Pallacanestro Cantù / Como città
Martedì 30 Dicembre 2025
Cantù, da Brienza ai giocatori: nessuno è al sicuro
La situazione dopo la sconfitta rimediata a Napoli
cantù
Rischiano tutti, nessuno escluso. Dal tecnico Nicola Brienza in giù, giocatori compresi. È tutto tranne che tranquillo il giorno dopo Napoli dell’Acqua S.Bernardo Cantù, incappata nell’ennesima sconfitta in trasferta - dove non ha mai vinto in stagione - e con una serie negativa aperta di sei partite.
Abbastanza per pensare di correre ai ripari. E forse non solo parlandone, ma passando ai fatti. A proposito di parlarne, domenica sera in hotel c’è stato l’ennesimo faccia a faccia. Scena già vista quest’anno, ma molto poco redditizia, dati i risultati.
Eppure qualcosa si sta muovendo. Il cambio di Jordan Bowden con Erick Green, ovviamente, non basta. E la direzione tecnica sta pensando ad altri correttivi. Il più a rischio pare Ife Ajayi, uno dei tanti che sta subendo il salto dall’A2 e che non rende per ciò che è stato ingaggiato. Il problema è che lui non ci sentirebbe di ritornare nella cadetteria, magari proprio a Torino (per provare uno scambio con Robert Allen?) e l’affare si complica non di poco.
E con Gilyard che si fa?
In sella, ma non come una volta, sembrerebbe Jacob Gilyard. Sulle prime si pensava che lo stesso Green potesse dargli una mano a risollevarsi un po’, prendendo in mano la cabina di regia. A Napoli il play - che è anche il giocatore più pagato del roster - non ha fatto male solo perché ha deciso di mettersi in proprio. E il problema è proprio lì: lui dovrebbe giocare per la squadra, innescando i lunghi (Oumar Ballo per primo), palleggiare meno e far partire contropiede e transizione. Con quell’ingaggio non sarà facile trovare una soluzione alternativa.
E che dire di Leonardo Okeke, ormai finito ai margini delle rotazioni con quella serie di 0 (minuti)? Lo vorrebbe mezza serie A2, ma Cantù non si sbriga, attanagliata dal dubbio “e se a Ballo venisse il raffreddore?”. Di questo passo avremmo un capitale (umano ed economico) bloccato in panchina e quindi non utile ad alcuno. Urge trovare un’alternativa nel ruolo di quarto lungo e mandarlo in prestito a giocare, prima che si deprezzi del tutto.
Capitolo allenatore. Il più delicato, anche per il legame e il rapporto con un uomo di Cantù. Ma la riconoscenza nello sport professionistico, si sa, spesso dura quanto un gatto in tangenziale. E probabilmente il tempo sta scadendo anche per lui, soprattutto se le condizioni continuassero a rimanere queste.
A Brienza, ma nessuno lo conferma, sarebbe stata data un’altra occasione, non di più. In pratica la gara in casa di domenica contro Tortona. Perdesse, con ogni probabilità, scatterebbe l’esonero. Lo conferma il toto nomi, che è già scattato da qualche ora. Due, al momento, i papabili: Walter De Raffaele - che ha transato con Tortona medesima e s’è messo in testa di aspettare una soluzione di alto livello, ma potrebbe avere cambiato idea - e Massimiliano Menetti, ultimo domicilio conosciuto la panchina da vice allo Zalgiris Kaunas dietro ad Andrea Trinchieri.
Entrambi - il primo sergente di ferro e il secondo più gestore - profili adeguati per la categoria e per una situazione così delicata.
È durata poco la suggestione legata al’ex ct della Nazionale, Gianmarco Pozzecco, pronto a firmare per il Galatasaray.
L’obbligo di tirarsi fuori
La S.Bernardo, comunque e per prima cosa, ha l’obbligo di tirarsi fuori da sola da questa situazione. Con Brienza in tolda. Smettendo però di non difendere e di attaccare in quel modo. È finito il tempo, adesso sì, di pensare di risolvere le cose da soli, affidandosi a magate individuali, con scelte spesso e volentieri fuori dai giochi e con una difesa senza un minimo di aiuti.
Bisogna lavorare, inutile negarlo, sulle due fasi. Perché a furia di subire 90 e tanti punti a partita si è ormai ben capito che un canestro in più non lo si realizza quasi mai. L’ambiente chiede alla squadra di fare quadrato. Non succedesse, partirebbe la rivoluzione. E non risparmierebbe alcuno.
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