
Pallacanestro Cantù / Como città
Giovedì 19 Giugno 2025
Cantù, oggi e domani: la serie A in redazione
Dibattito Il presidente Roberto Allievi, il general manager Sandro Santoro e il tecnico Nicola Brienza hanno accettato l’invito del direttore del nostro giornale
Cantù
Tre uomini e una coppa. Perché la promozione val bene una visita in redazione, specialmente se ti chiami La Provincia e dal tempo che viaggi a braccetto con una gloriosa società: la Pallacanestro Cantù. Un rapporto che ha radici profonde e che si basa sul più profondo rispetto possibile. Due linee che, quando è possibile, non corrono solo in parallelo. Ma spesso s’incrociano. Per il bene del territorio.
La conferma ieri mattina, poco prima dell’ora di pranzo. Così come accaduto appena dopo la conquista della Coppa Italia, il presidente Roberto Allievi, il general manager Sandro Santoro e il tecnico Nicola Brienza hanno accettato l’invito del direttore del nostro giornale, Diego Minonzio, e hanno festeggiato la promozione nei nostri locali.
E così, spontaneamente più che spintaneamente, ne è uscita una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato i nostri giornalisti Nicola Nenci, Samuele Nava, Luca Pinotti e chi scrive. Una chiacchierata amicale, che più amicale non si poteva, visto il clima sereno e disteso. Ma che ha messo tanto temi, tra passato, presente e soprattutto futuro.
«Finalmente ce l’abbiamo fatta a riportare Cantù dove deve stare - ha detto il presidente Allievi - e per merito di tutti del mio consiglio, della proprietà, della direzione sportiva e di ognuno degli staff, tecnico medico e di preparazione. La serie A non ci spaventa, anzi posso dire che siamo già pronti e che nel primo consiglio direttivo, che si terrà la prossima settimana, getteremo le basi concrete per programmare la nuova stagione. Ciò non impedisce a Sandro (Santoro, nda) di muoversi fin da subito, per non perdere tempo».
Ovviamente, il gm non si farà prendere alla sprovvista. Anzi. Ma da un concetto vuole partire. «Si entrerà in un’altra dimensione - tiene a precisare - ma noi non ci faremo trovare impreparati. La società ha la forza per sostenere il salto di qualità, eravamo - e lo siamo - pronti da anni. L’importante è conoscere la nostra dimensione, fare un passo alla volta. Crescere e migliorare costantemente. Servirà la lucidità per prendere le decisioni migliori e l’umiltà per sapere chi siamo e che ruolo dovremo avere, soprattutto il primo anno. Il mercato? Vedremo, di sicuro sono in tanti che ci hanno già chiesto i giocatori».
Concetti che conosce molto bene il tecnico Nicola Brienza, alla seconda promozione in A in tre anni. Sapori però diversi, tra quello che accadde a Pistoia e ciò che è successo qui. «Inevitabilmente - dice il canturino -. Ovvio che in questi giorni, tra un appuntamento e l’altro, sia più in città, non dovendomi fermare nemmeno a Seveso per gli allenamenti. Mi basta transitare dalla sede o fermarmi da qualche parte per accorgermi del trasporto con il quale la nostra gente sta vivendo questo momento. Là fu una grande festa di massa, ma presto tornai a Milano e l’eco fu diversa».
Stavolta, a mobilitarsi è stata un intero territorio. Non solo Cantù, non solo la Brianza. Sarà anche per via di una proprietà sempre più diffusa, ma l’attaccamento alla squadra e alla società ha superato i tradizionali confini. Lo testimoniano i 6.200 spettatori di gara tre di finale, lo confermeranno i 5.200 della nuova arena.
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