Cantù, per Green è corsa contro il tempo

Basket Il play guardia, nuovo acquisto dell’Acqua S.Bernardo, sta attendendo il visto dal consolato di Beirut. Le mosse di Santoro, il ruolo del potente agente Raznatovic e la concreta possibilità di schierarlo contro Milano

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Fingo&spingo. Lì, sulla riva del fiume a godersi i commenti di quelli che davano per perso Erick Green, Sandro Santoro tesseva la tela dei rapporti. Per blindare il nuovo acquisto della Pallacanestro Cantù. Bisognava tenere conto dei chiari di luna della ricchissima proprietà dei Sagesse Beirut, ultimo domicilio conosciuto del trentaquattrenne play guardia. Ma non solo.

Perché sirene suonavano un po’ da tutta Europa. Dalla Grecia (Panionios) alla Russia (Unics Kazan). Insomma, il “risolvi problemi” già testato anche a queste latitudini tornava a fare gola. Con l’Acqua S.Bernardo ad arrivare, però, prima di tutti.

Fingo e spingo

Ed è questo che ha fatto la differenza. Anche perché al di là del tavolo della trattativa sedeva il potente agente Misko Raznatovic, abituato a trattare i contratti di Nikola Jokic e grande amico di LeBron James. Una macchina da soldi, per lui e le sue stelle, troppo importante e influente per venire meno alla parola data.

Lo sapeva bene Santoro, che da una parte fingeva di rischiare di perdere il giocatore e dall’altra spingeva affinché l’offerta fosse la più credibile. Ma ne era a conoscenza anche lo stesso Green, affidatosi mani e piedi al Raznatovic pensiero. Se addio a Beirut doveva essere, ecco allora l’unica destinazione: Cantù, Italia.

Anche perché, dal passaggio di Gerasimenko in poi, la società è riuscita a crearsi una credibilità di ferro nei confronti delle maggiori agenzie. E poi c’era sempre quel rapporto privilegiato tra Santoro e Raznatovic, che tra l’altro ricorda molto e bene le proficue trattative chiuse pure con Andrea Mauri.

Un matrimonio, quindi, che si doveva fare. Così è stato. Ora è partito il conto alla rovescia per averlo a Seveso ad allenarsi e la corsa contro il tempo per poterlo tesserare in... tempo per la gara di sabato contro Milano a Desio. Pena, giocare con uno straniero in meno, dato che Jordan Bowden ha già salutato la compagnia.

Ma lo spazio c’è. Green è atteso in consolato a Beirut. Visto in mano potrà partire subito alla volta di Malpensa per unirsi al gruppo. La segreteria generale di Pallacanestro Cantù, con Luca Rossini in tolda, si è già attivata per tutte le pratiche burocratiche. Siano esse dell’ingresso in Italia e del tesseramento Fip.

Atterra in giornata?

L’impressione è che Green possa arrivare in giornata e dunque entrare nei dodici della lista del derby. Sfida che - al di là del valore di per sé - assumerà maggiore significato alla luce dell’esordio di un giocatore da cui tutta la piazza si attende molto.

Il trentaquattrenne, infatti, ha l’esperienza necessaria per traghettare la squadra fuori dalle acque tempestose nelle quali si è ritrovata dopo gli ultimi passaggi a vuoto (quello di domenica a Treviso forse il più sanguinoso). Un’impresa che, tra l’altro, gli è riuscita benissimo anche l’anno scorso a Napoli.

Arrivava Green dall’avventura all’Unics Kazan e, con 319 punti in 20 presenze, è riuscito a dare una grande mano per puntellare la permanenza in serie A dei partenopei. Senza girarci troppo attorno, Cantù gli sta per chiedere semplicemente questo. Ripetersi. Potrebbe anche essere la carta per costruirsi una pianta stabile, senza bisogno di girare ogni anno.

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