«Io e Moraschini, amici per la palla»

Basket Capitan Baldi Rossi è molto legato al nuovo acquisto di Cantù, dai tempi delle giovanili a Bologna: «Le notti in Sardegna, i successi, le partite alla play, il viaggio in Australia: sono contento che sia venuto qui»

«Vi presento io Moraschini. Anzi, vi presento il mio amico Ricky». Perché per Filippo Baldi Rossi, capitano della Pallacanestro Cantù, Moraschini è molto più di un nuovo compagno di squadra. Nel mondo del basket hanno condiviso la crescita, qualche successo e, fuori, una grande amicizia e svariate esperienze. Dalla rissa (mai avvenuta, come appurato) in una discoteca bolognese poco più che ragazzi, al giro dell’Australia.

Incontro

La Virtus Bologna è stato il primo contatto. Si sono conosciuti in palestra, da bambini: «Abbiamo passato insieme sei anni tra giovanili e serie A come aggregati. Poi, dopo aver preso strade diverse, non ci siamo mai persi, soprattutto grazie alle cinque estati in Sardegna: sì, lì qualche “casino” l’abbiamo combinato…». Ma poi il destino li fa ritrovare, in serie A, a Trento: «Un anno speciale per la squadra, che si giocò la finale scudetto contro Venezia. Ma entrambi fummo un po’ sfigati: io mi infortunai al ginocchio a marzo, lui ad aprile…».

Insieme hanno vinto due scudetti giovanili a Bologna contro la Montepaschi Siena, un argento agli Europei Under 20 contro la Spagna di Mirotic con coach Sacripanti. Fuori dal campo, ne sono successe tante… «Ricordo le notti passate da lui dopo le serate in discoteca, perché mio padre non mi veniva a prendere. Le estati in Sardegna in cui scambiavamo il giorno con la notte: per dimostrare che eravamo stati al mare, gli ultimi due giorni noleggiavamo un gommone per abbronzarci al largo. Ancora ricordiamo la guida che abbiamo fatto impazzire a Fuerte Ventura durante un’escursione tra le dune…». E ancora, le notti a giocare alla PlayStation: «Sfide infinite a Fifa, vinte sempre da lui: una sofferenza, perché siamo molto competitivi entrambi».

Nel cuore di entrambi, c’è un viaggio dall’altra parte del mondo: «A Melbourne, da suo zio, base per un giro dell’Australia: condividere un’esperienza così con il migliore amico è stato fantastico».

Ora, si ritrovano di nuovo insieme a Cantù. Che peso ha avuto Baldi Rossi nella trattativa? «Credo abbastanza rilevante. Abbiamo trascorso insieme una giornata libera in piscina, gli ho parlato delle ambizioni di Cantù e che poteva essere una bella idea tornare a giocare insieme. Gli sono stato sotto: al di là che ci darà una grande mano, sono felice di ritrovare Ricky come compagno».

Capitano

Nessuno lo conosce bene come il capitano: «È un giocatore completo, che può ricoprire più ruoli, da 1 a 3 senza problemi perché è il doppio degli altri, ed è un dono. Inoltre è intelligente: ha letture in attacco, è ottimo sui pick and roll. Può giocare in vari quintetti, questo ci darà imprevedibilità».

E nel gruppo? «Porterà esperienza e qualità. Tra i due, lui è quello più serio. Il basket è il suo credo, non si concede alla bella vita. In testa ha solo il lavoro: ha firmato a Cantù non perché si considera a fine carriera, ma perché vede una grande opportunità».

E saprà dare subito un contributo: «L’ho visto in doccia, assicuro che fisicamente è tiratissimo. Avrà bisogno di un po’ di adattamento per tornare all’apice della sua esplosività. Ma sono convinto che già domenica, e non parlo solo di punti, potrà essere un fattore. Magari con un rimbalzo, una palla recuperata, una giocata importante. Per vederlo al massimo, gli serve il lavoro quotidiano nel 5 contro 5».

In attesa di vedere all’opera Moraschini, i tifosi si aspettano anche il ritorno in campo del capitano. Che è alle prese con la frattura del perone della gamba destra e le relative terapie: «Vedo grossi miglioramenti, ma i tempi non si possono accelerare. Servono tre settimane per guarire, poi qualche giorno ancora per poter tornare in condizione. Vorrei ringraziare lo staff per quello che ha messo a disposizione nel seguirmi: stanno facendo di tutto per rimettermi a posto».
L.Spo.

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