
Pallacanestro Cantù / Lago e valli
Mercoledì 07 Maggio 2025
«Qualche up&down, ma Cantù è squadra con tanti punti di forza»
Basket La festa annuale del Basket Club Tremezzina si è trasformata in una passerella di vigilia playoff
cantù
Il rito si è rinnovato, così come le tessere dei soci del Basket Club Tremezzina “Laghée Biancoblu”. La cena annuale dell’unico club ancora in vita di tifosi della Pallacanestro Cantù ha ospitato giocatori, dirigenti e staff tecnico della società, a pochi giorni dall’avvio dei playoff di A2.
L’evento, a sfondo benefico, si è tenuto a Tremezzo, alla sede della cooperativa sociale Azalea, che opera sul territorio con progetti legati alla disabilità e al disagio giovanile.
Incalzati da Edoardo Ceriani, responsabile dei servizi sportivi de “La Provincia”, gli ospiti hanno raccontato sensazioni e aspettative. Un paio di domande-flash a testa. Poche parole per coach Nicola Brienza, che ha lasciato spazio al suo staff: «Io ci metto la faccia, ma alle mie spalle c’è tanto lavoro svolto da professionisti di alto livello. Grazie alla società per aver allestito una squadra forte e un team di grande valore».
Palla a Michele Carrea, il primo assistente: «A Cantù ho trovato passione, competenza e senso di responsabilità nei confronti della storia di questo club. La pressione? Non serve esigerla, l’abbiamo tutti dallo scorso 16 agosto: servirà trovarla dentro di noi, per raggiungere l’obiettivo che questa piazza merita».
Da un coach a un altro, il secondo assistente Mattia Costacurta, un “prodotto” del tutto canturino, che si divide tra prima squadra e Under 19: «Il mio lavoro con i giovani e i giocatori di A2 è profondamente diverso, soprattutto la quotidianità: si lavora “h24”, anche a casa è difficile staccare. Io profeta in patria? Sono molto contento di vivere questa esperienza proprio a Cantù».
Ha apprezzato la cena a base di pizzocheri Dustin Hogue: «Qualche up&down c’è stato nel corso della stagione – ha ammesso – e nel prossimo mese e mezzo nulla sarà scontato. Ma la nostra è una squadra con tanti punti di forza, ognuno ha una qualità che può far valere nel momento del bisogno».
Altri due italiani, di esperienza e spessore: Andrea De Nicolao e Riccardo Moraschini. Il play ex Venezia ha parlato di responsabilità: «Noi esperti abbiamo provato a trasferirla ai più giovani, che devono capire dove giocano. Il mix del roster può essere decisivo ai playoff. A Cantù si respira basket, ci aspettano quaranta giorni intensi».
Come si vivono periodi così? «Si cerca di dormire e di alleggerire la mente tra una partita e l’altra. In famiglia – ha chiuso il play – sono già pronti e mi sosterranno».
Infine, Riccardo Moraschini, che ha iniziato la stagione dopo il grave infortunio al ginocchio patito in finale lo scorso anno contro Trieste: «Ho giocato sempre, questo significa che ho lavorato bene la scorsa estate».
L’esterno, visto in varie posizioni durante l’anno, ha ricordato due momenti della regular season: «Il pianto dopo la vittoria contro Cividale è stato liberatorio, dopo cinque sconfitte consecutive. L’abbraccio a tutti i compagni dopo la vittoria della Coppa Italia è stato per sottolineare l’importanza dell’obiettivo, il primo stagionale. E la Coppa sia da esempio per i playoff: saranno partite intense come quelle dalla Final Four».
Il presidente dei Laghée Biancoblu, Claudio Vaccani, si è limitato a poche, ma significative parole: «Siamo nati dopo l’addio di Gerasimenko. Alla squadra dico: fate quello che dovete fare…». Tutto molto chiaro.
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