Guagni (Como Women) dice addio al calcio

Donne Una carriera lunga e luminosa per la trentasettenne fiorentina, che non ha nascosto un po’ di emozione nell’annunciare il suo addio.

Cantù

Alia Guagni a 37 anni lascia il calcio giocato, domenica nella sfida casalinga del suo Como Women contro il Napoli (valida per l’ultima giornata della poule salvezza della A femminile) giocherà gli ultimi minuti della propria carriera. Una carriera lunga e luminosa per la trentasettenne fiorentina, che non ha nascosto un po’ di emozione nell’annunciare il suo addio.

«È stato un viaggio lungo? Si abbastanza dai, ma non troppo – scherza – alla fine sono ancora giovane. Non riesco a realizzare ancora bene tutto quello che mi sta accadendo, sono sicura che lo capirò meglio in occasione dell’ultima partita contro il Napoli, e soprattutto negli ultimi minuti che giocherò».

Una protagonista assoluta dell’ultimo quindicennio del calcio femminile in Italia, sia a livello di club che con la Nazionale (ne parliamo dettagliatamente a parte). «Se mi guardo indietro, penso di aver dato abbastanza a questo sport, e soprattutto di aver dato tutta me stessa. È stato un viaggio molto bello, che non potrò mai dimenticare».

Una parola importante, Alia Guagni la vuole spendere per la crescita del movimento del calcio femminile: «Siamo in un momento di svolta nel percorso del calcio femminile in Italia, e devo ammettere che anche se non giocherò più mi piacerebbe farne ancora parte in futuro, anche se non so ancora in quale veste, per il momento non ci ho pensato. Certamente so che la vita è imprevedibile, e quindi magari tra un anno starò facendo tutt’altro, ora non posso saperlo».

Al di là delle qualità tecniche che Alia Guagni ha sempre messo in campo, non si possono dimenticare nemmeno le qualità umane che la hanno resa celebre in questi anni di carriera: «Quello che spero è di aver trasmesso dei valori importanti – spiega – anche perché io non sono un’esibizionista, non mi piace mostrarmi troppo, ho sempre mantenuto un basso profilo, terra terra, ma allo stesso tempo sono convinta dell’importanza di alcuni valori fondamentali per noi calciatrici, come passione, voglia e soprattutto sacrificio, e spero di averli trasmessi perché sono condizioni fondamentali per poter riuscire al meglio nel nostro sport».

In ultimo, un ricordo dei momenti più significativi della sua carriera: «Sono legata a Firenze, è casa mia e vincere lo scudetto lì è stato indimenticabile. L’esperienza di Madrid, durante il lockdown, mi ha fortificata molto, mentre il Como Women è stata un’ultima tappa, inaspettata ma bellissima, che ho colto al volo. E poi la Nazionale, che mi ha accompagnata per tutta la vita, sin dalle giovanili, sino ad arrivare al momento più alto, cioè al Mondiale giocato in Francia nel 2019»

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