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Sabato 06 Dicembre 2025
Azzurri a San Siro: «Giochiamo da Como»
La partita Inter-Como da grandi. Il Como vuole giocarsela a modo suo. Segnale forte e chiaro dalla conferenza stampa di Mozzate
Como
Inter-Como da grandi. Il Como vuole giocarsela a modo suo. Segnale forte e chiaro dalla conferenza stampa di Mozzate. Per Cesc Fabregas l’Inter è la squadra più forte del campionato. Lo diceva l’anno scorso, lo ripete quest’anno alla vigilia della sfida di San Siro.
«Non mi piace parlare di partite più o meno difficili, non voglio usare questo aggettivo. Loro sono l’avversario più forte, giocano a occhi chiusi, l’ottanta per cento dei giocatori giocano insieme da quattro o cinque anni, noi da pochi mesi. Però sento che faremo una buona partita, anche se non siamo noi quelli che possono mettere paura a loro. C’è un’unica strada, andare in campo a fare quello che sappiamo fare. Ma dobbiamo fare la partita perfetta».
E il suo Como può esserne capace, di sicuro non affronterà l’Inter con preoccupazione. «I ragazzi li conosco, li vedo, non si fanno innervosire da partite come queste. Anzi, hanno ancora più voglia. Stanno lavorando tanto, a volte devo mandarli via io perchè starebbero di più in campo», e nemmeno lui si farà sfiorare dal pensiero di quello che è accaduto quest’estate, quando il suo nome è stato vicinissimo a quello dell’Inter. «Non ne voglio parlare, ma io sto lavorando per il Como e non ho bisogno di pensare ad altro. Ammiro l’Inter, vado spesso a San Siro, mi piace il suo gioco, ma non ci saranno altre emozioni. Io penso a come andare a vincere la partita».
Non pensa nemmeno all’arbitro, che sarà lo stesso di Como-Cremonese, quello della contestata espulsione di Rodriguez, e della sua, Di Bello. «Non guardo mai il nome dell’arbitro, non mi interessa. A volte vado in campo senza sapere chi sia, lo facevo anche da giocatore».
Dell’Inter teme soprattutto le qualità individuali, più che il 3-5-2 di Chivu. «Sono tutti giocatori di livello top, e se noi vogliamo arrivare al top, se vogliamo essere lì in alto, dobbiamo giocare al massimo. Anche l’anno scorso, nonostante il risultato, ero uscito contento della nostra prestazione, pur avendo dovuto giocare con un 4-5-1 di emergenza per alcune assenze. Quest’anno il gap tra noi e loro si è ridotto? Poco, ancora poco, noi siamo ancora in piena fase di crescita. E partite come questa ci danno una grande opportunità per procedere nel nostro percorso. Se andrà bene perfetto, se no non succederà niente, continueremo comunque per la nostra strada, l’importante è come affronteremo la partita, quello che dico sempre».
Ma non da sempre si è così in alto, così vicino alla vetta, tanto ormai da essere ufficialmente nel gruppo delle grandi del campionato, «non è ancora il momento di pensare a questo, noi siamo dentro un processo diverso, siamo contenti ma non mi lascio andare ancora a queste emozioni».
Per la partita di oggi Fabregas recupera anche Diao, un capitolo delicato da affrontare anche in vista della Coppa d’Africa. Un impegno a cui, non è un mistero, Cesc preferirebbe che lui rinunciasse, dopo la partenza con rientro improvviso dall’ultimo raduno con il Senegal. Ma è anche l’anno dei Mondiali... «Assane è carico e sta bene, ma sta vivendo una situazione nuova per lui, che è ancora tanto giovane, con pressioni forti dall’esterno che non sono semplici da gestire. Ha sofferto, anche per le mie dichiarazioni su questa questione, e mi dispiace perchè io voglio aiutarlo, non voglio metterlo in difficoltà. Abbiamo ancora un paio di settimane per parlarne e prendere la decisione giusta».
Intanto oggi potrebbe essere in campo, magari non dall’inizio. Fabregas ha a disposizione tutti tranne Sergi Roberto, recuperato dall’infortunio ma in questi giorni ammalato, e ovviamente Goldaniga. E’ vicino anche il momento del rientro tra i convocabili di Dossena. Rientra dalla squalifica Smolcic, che dovrebbe giocare, e in tutti i ruoli ci sono possibilità di cambiamenti, viste le tante alternative. Sull’impiego di Morata, «che giochi dall’inizio o che subentri, spero che possa finalmente sbloccarsi».
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