(Foto di ER)
La squadra di Fabregas sempre più trascinata dai giovani terribili
Dal 2-0 con il Sassuolo allo 0-3 di Lecce. Un mese è passato, quello delle due cadute con Inter e Roma, e la partita del Como in Salento lo ha cancellato, riagganciando il filo all’ultima gara giocata al Sinigaglia. Altrettanto dominante, altrettanto bella. E’ tornata la squadra che avevamo visto fino alla fine di novembre, quella che tiene il pallino del gioco, quella che potrebbe segnare anche di più ma comunque lo fa, e soprattutto quella che non prende gol.
Come in quella partita, anche in questa ha brillato più che mai splendente la stella di Nico Paz, ma ci sono anche altri aspetti su cui soffermarsi, che forse non sono soltanto coincidenze o piccoli particolari. Pensiamo per esempio al centrocampo, che a Roma ha sofferto in maniera evidente la mancanza di Perrone. A Lecce l’argentino è stato uno dei massimi protagonisti della vittoria. Vero, Perrone contro l’Inter era in campo e non è servito. Ma che lì in mezzo da lui non si possa prescindere, né per costruire né per difendersi, è un dato di fatto evidente, senza nulla togliere agli altri che hanno però altre caratteristiche. E la sua presenza è anche un grande aiuto come sostegno a Paz.
Ma a proposito di singoli, non si può non parlare di Douvikas. Titolare l’ultima volta prima di Lecce proprio contro il Sassuolo, e segnò. L’altro giorno ha giocato una grande partita, al di là del gol. A Roma Fabregas scelse di non mettere in campo una prima punta, contro l’Inter ci fu a partita in corso l’infortunio di Morata.
Ma a questo punto perchè non puntare decisamente sull’attaccante greco, che di gol ne ha segnati quattro partendo solo sette volte dall’inizio, e che ha dimostrato l’altro giorno di essere perfettamente integrato nei meccanismi? Forse Lecce è stata la sua definitiva consacrazione, condita anche da due splendide rovesciate da una delle quali è nato un gol purtroppo annullato - e anche la soluzione dei problemi di un attacco che dovrà forse ricorrere al mercato, ma che una risposta validissima in casa comunque ce l’ha.
Altro nome, anche questo riagganciabile direttamente alla vittoria di un mese fa. Quello di Alberto Moreno, che con il Sassuolo segnò e a Lecce è stato importantissimo. L’esperienza a volte può servire più della freschezza giovanile e stavolta due partite di seguito se le meriterebbe. Lo stesso Vojvoda, che con la Roma non ha giocato e con l’Inter entrò all’intervallo con Diao dando vita alla fase in cui il Como sembrava poter tenere testa all’Inter, a Lecce ha dimostrato la sua utilità.
E anche lui l’ultima partita prima di questa in cui giocò titolare fu quella contro il Sassuolo, sia pure da esterno più basso. E forse non sono tutte coincidenze. Le prossime partite lo diranno. Bella soddisfazione poi per Andréa Le Borgne, giocatore della Primavera inserito negli ultimi minuti.
Intanto non si può non notare invece come due giocatori come Kuhn e Baturina – i due più pagati quest’estate dopo Rodriguez, poco meno di quaranta milioni in due – siano sempre più ai margini. Anche quando l’esterno offensivo a disposizione è uno solo, come a Lecce.
Ma questo è un altro capitolo, utile però per ricordare che il bel Como che abbiamo rivisto sabato in campo costa molto meno di quello che si dice in giro.
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