Borgonovo, tentativo di distensione (fallito)

Il caso L’avvocato dei tifosi cerca una mediazione, ma la moglie del campione comparso emette un comunicato: «Polemiche dolorose, non si fa così»

Como

Le polemiche sollevate dalla decisione della famiglia Borgonovo di diffidare i tifosi del Como dall’utilizzare il nome dell’attaccante, «ci addolorano» perché «non rispettano la sua figura né quella delle persone che lo hanno amato e continuano ad amarlo». Lo ha affermato ieri Chantal Borgonovo, vedova del calciatore morto di Sla nel 2013 in un comunicato affidato all’agenzia Ansa.

«Io e i miei figli siamo certi che la tifoseria, la città di Como e il Como 1907 continueranno ad omaggiare e ricordare Stefano, che ha trasmesso la passione per lo sport, il coraggio nell’affrontare le sfide e le difficoltà, la resilienza e la determinazione a non arrendersi mai, insieme all’importanza di vivere ogni momento con intensità e gioia», aggiunge la signora Borgonovo che spiega: «abbiamo formalizzato la volontà di revocare l’uso del nome “Stefano Borgonovo” legato a un trofeo organizzato dal gruppo dei Pesi Massimi, che premia il miglior giocatore della stagione. Alla serata partecipa tutta la squadra del Como 1907, che supporta il trofeo, ma non la nostra famiglia, che non è mai stata invitata. Al mio avvocato non è mai stato chiesto alcun incontro e chiediamo di rispettare la volontà della famiglia come gesto di sensibilità e rispetto». «I Pesi Massimi hanno scatenato una vera e propria ondata di critiche e polemiche, con una tempesta sui social totalmente sproporzionata rispetto alla semplice delusione da tifosi - dice ancora Chantal Borgonovo - una reazione scomposta e sopra le righe. Parliamo comunque di una sola parte del tifo comasco, e ci auguriamo che il Como 1907 prenda posizione su quanto sta accadendo. Stefano non appartiene a una singola frangia di tifosi: è parte della storia della squadra in cui è cresciuto e che ha sempre amato. Speriamo davvero che il suo esempio possa unire tutti nel vero spirito dello sport!».

Dunque un muro contro muro al termine di una giornata che aveva fatto immaginare altro. Perché il legale del gruppo Mattia Bianchi tra martedì sera e ieri ha mandato alla controparte un segnale di distensione e la possibilità di un confronto. Evidentemente, o il segnale o non è arrivato o non è stato preso in considerazione. Il nodo sarà la dimostrazione che non c’è stato nessun fine di lucro nel torneo.

Quello che traspare dal comunicato, però, è controverso. Perché la signora Borgonovo non spiega quali siano i motivi dell’azione, se non il riferimento al fatto di non essere ma stata invitata. Cosa che invece non sarebbe vera, perché sarebbe stata invitata nelle prime tre edizioni.

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