Como Art Attack: Paz e Baturina insieme, che sballo

Tattica Meglio rinunciare a un po’ di fisicità ma guadagnare in qualità e in giocatori che interpretino al meglio l’idea di gioco di Fabregas

Como

Meglio rinunciare a un po’ di fisicità ma guadagnare in qualità e in giocatori che interpretino al meglio l’idea di gioco di Fabregas. Il tecnico lo ha detto in maniera molto esplicita l’altro giorno in conferenza stampa, ma ancora più chiaramente lo ha dimostrato subito sul campo. Con una squadra, peraltro, che con il suo dinamismo sa comunque anche essere fisicamente molto impegnativa per gli avversari.

Con l’Al-Ahli, soprattutto nel secondo tempo, si è visto un Como già travolgente da tutti i punti di vista. Con una varietà notevole di potenziali soluzioni sia in fase di costruzione che di conclusione a rete, quello per cui è stato costruito del resto anche in quest’ultimo mercato.

Una squadra troppo offensiva, forse, per il campionato? Chissà. Non tutte le partite possono probabilmente essere giocate così, a meno che non si riesca ad asfissiare l’avversario con ritmi altissimi per tutti i novanta minuti. E capiamo sempre meglio, a questo punto, il perchè delle scelte sul mercato: la necessità di avere un’ampia serie di alternative da metà campo in giù è dovuta proprio a questo, ad avere in campo sempre gente che sia al massimo, dal primo al novantesimo.

Fabregas sta lavorando su una tipologia di centrocampo precisa, che come si è visto con l’Al-Ahli consente anche di dare una soluzione al dubbio legato alla possibile convivenza tra Paz e Baturina. Tre uomini lì nel mezzo, con un regista – Sergi Roberto o Perrone – e due mezze ali, ruolo che all’occorrenza può essere ricoperto da due tra Caqueret, Da Cunha e appunto Paz e Baturina. Con continue possibilità di inserimento sul fronte offensivo, a supporto della prima punta o direttamente in zona tiro.

Chiaramente c’è da lavorare tanto sull’equilibrio e sui meccanismi, il rischio di rimanere scoperti dietro può essere alto, considerata anche la vena offensiva degli esterni bassi a disposizione di Fabregas e un centrocampo di altissima qualità ma per certi versi poco “combattivo”, per quanto decisamente in grado di rubare palla agli avversari, con tutti i suoi uomini.

Non a caso del resto ora, insieme al giovane talentuoso Jacobo Ramon – tra l’altro alto quasi due metri, quindi anche fisicamente importante – si cerca con attenzione un altro difensore, che non sia una semplice alternativa ma che risponda in pieno alle caratteristiche necessarie per questo tipo di gioco.

La sfida del resto è proprio questa, in piena linea con le idee del tecnico spagnolo. Costruire una squadra che sappia far venire il mal di testa agli avversari e faccia spellare le mani ai tifosi, naturalmente conquistando anche i risultati, ma principalmente continuando su quella linea di bel gioco aggressivo che è stata già l’anno scorso la caratteristica principale del Como. E quel pochissimo che si è visto sinora non è che una prima idea di quello che sarà, da perfezionare in ogni aspetto. Ma il timbro è decisamente già molto chiaro. Come ha detto spesso Fabregas in passato, se la palla ce l’abbiamo noi, non ce l’hanno gli avversari. Una sfida tattica affascinante.

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