Como e i cambi di stagione: cose mai viste

Dopo il pari con il Venezia e quelle inedite sostituzioni di Fabregas all’intervallo

Delusi, certo, non si può non esserlo. Quando una vittoria sfugge al 95’ è il minimo. Ma la partita del Como contro il Venezia ha aperto anche un po’ di discussioni tra i tifosi, con diversi spunti di riflessione.

Premessa

Premessa importante: giusto o sbagliato che sia, è chiaro che da questo Como oggi si pretende un po’ di più di quello che potrebbe essere il lecito per una squadra neopromossa. Ma è normale che sia così, e la “colpa” è del Como stesso, di Fabregas e dei suoi giocatori, che ci hanno abituato a eccellenti prestazioni, al punto che si applaudono più quelle degli stessi risultati, e ne abbiamo esempi continui. I tifosi, o comunque buona parte di loro, sono stati più contenti del Como che ha perso a Roma, di quello che l’altro giorno fino a pochi secondi dalla fine stava battendo il Venezia.

E ci sta. Ma proprio perché si conosce ormai bene questa squadra, ci sta anche accettare che non sempre possa essere al top, senza doversi preoccupare troppo. Perchè, su questo si può essere tutti d’accordo, il Como al top con il Venezia non lo è stato.

Che sia davvero una questione di tipologia di avversario, che giocare contro chi lotta per salvarsi possa essere più difficile per una squadra come il Como, è un discorso che in questo caso può avere senso fino a un certo punto. Perchè il Venezia non è stato ad aspettare, ha provato a giocare, è stato pericoloso fin dal primo tempo – a proposito, quanto è importante aver trovato Butez... -, non ha chiuso al Como la possibilità di fare la sua partita. Stavolta però è stato più difficile riuscire a imporre i propri ritmi, spezzati spesso dalle giocate avversarie. Cose che capitano, e se vogliamo abbiamo visto bene ancora una volta la differenza con un passato neppure troppo lontano, quando il primo tiro in porta degli avversari era quasi sempre un gol.

Non si può però negare che qualcuno dei comaschi non fosse in grandissima giornata, per esempio Diao, forse anche perchè gli avversari cominciano a conoscerlo, lui come tutti gli altri. Non in perfetta forma per via del Ramadan, ha spiegato Fabregas, ma non è stato l’unico giù di tono. In molti tifosi si sono chiesti il perchè non cambiare modulo, perché togliere Strefezza e non lui. Un altro tema molto discusso è stato il mancato inserimento di Cutrone. Di certo il fatto, insolito per Fabregas, di effettuare due cambi all’intervallo è stato un segnale chiaro che qualcosa andasse meno bene del solito, anche ai suoi occhi. E in realtà non si può dire che sui cambi si sia sbagliato del tutto: Ikoné è entrato e ha segnato. E da lui sono comunque nate le iniziative più pericolose del secondo tempo.

Calo

Più che un problema individuale, su cui si potrebbe discutere all’infinito, si è trattato forse di una giornata un po’ di calo generale, del tono fisico e di quello mentale, anche. Perché in fondo bastava gestire diversamente il finale, senza lasciar vagare la palla dalle parti dell’area a pochi secondi dalla fine, per portarsi a casa i tre punti. E lì è questione anche di testa, non solo di muscoli. Però, guardiamo la classifica, nessuno alle spalle del Como ha guadagnato terreno. Dunque, nessun allarme. I tifosi alla fine hanno applaudito la squadra e sono pronti a invadere San Siro. E’ stata una giornata grigia, non nera.

© RIPRODUZIONE RISERVATA