Como, è l’ora dei compiti a casa

A Bologna qualcosa non ha funzionato, specie negli assist. Correttivi in vista del Genoa

Ma come ha giocato il Como a Bologna? Al 90’ Fabregas si è trovato di fronte una platea scontenta e critica. Cosa che lo aveva fatto innervosire parecchio. La rilettura del match in video, però, ha fatto venire a galla alcune sfumature, riequilibrando i giudizi. Numeri e statistiche sono in gran parte a favore del Como, anche il calcio rispetto al basket è molto meno ostaggio dei numeri.

Statistiche

Nel basket è molto difficile che a fronte di percentuali positive tu finisca per perdere la partita, nel calcio sì, e anzi è uno degli aspetti più belli di questo sport: puoi restare attaccato alla traverso 90’ (mettere il pullman davanti alla porta si dice ora: tipo Mantova-Como del 1994 ai playoff per intenderci) e poi vincere sull’unico tiro in porta fatto. Imprevedibilità. Comunque, a Bologna alcuni numeri sono impressionanti. Come quella statistica che dice come il Como recuperasse palla dopo sei-sette passaggi del Bologna, mentre i rossoblù ne concedevano 15-16 al Como. Il capitolo del possesso è andato bene.

Ma riguardando la partita, il dato fondamentale è uno. È vero che il Como non ha fatto un tiro in porta (come molti hanno sottolineato, in parte facendo arrabbiare il tecnico), ma (e qui Cesc ha ragione), non per una sterilità di gioco, una scarsa attitudine, una manovra spenta e stantia, ma per una serie per certi versi incredibile di ultimi passaggi sbagliati negli ultimi venti metri.

Inspiegabile

Cosa assolutamente inspiegabile se consideriamo che quella porzione di campo è quella che non solo Fabregas ritiene nevralgica, ma anche quella su cui il tecnico lavora di più come un martello in allenamento, e per giunta dopo aver fatto un mercato che ha imbottito il Como di giocatori abili nell’ultimo passaggio. Molto strano, curioso, forse casuale. Il Como a Bologna ha creato numerose azioni che la vivisezione in categorie oggi cataloga come aspettative di gol. Fraseggi a centrocampo, superiorità numerica, Bologna preso in mezzo. Ma poi, più e più volte, è stato sbagliato l’ultimo tocco. Anche in situazioni davvero invitanti, apparentemente semplici. Due su tutte. Nel primo tempo, quando Rodriguez ha servito Douvikas in campo aperto con un esterno che ha fatto fare al pallone una parabola in uscita difficile da controllare. E soprattutto Nico Paz quando nel secondo tempo non ha servito un liberissimo Rodriguez sulla sinistra preferendo concludere (male) a rete. Una analis che conforta il tecnico, comunque, in vista del Genoa.

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