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Venerdì 17 Ottobre 2025
Como-Juve, il gioco dei doppi ex
Incroci Una storia di doppi ex particolari. Tra chi ha lasciato il segno e chi non ha fatto in tempo
Como
Una storia di doppi ex particolari. Tra chi ha lasciato il segno e chi non ha fatto in tempo. Prendete Paolo Rossi. Un anno al Como, poche apparizioni con un ginocchio ko. Non se ne accorse nessuno. Ma poi diventò grande alla Juve e allora tutti a ricordarsi quell’unica stagione in azzurro del 1975-76 in panchina. I big sono tre: Marco Tardelli, che qui è stato lanciato, ha giocato solo un anno in azzurro, ma poi ci è tornato da allenatore e qui ha abitato per ventanni, e che alla Juve è poi diventato il Tardelli Mundial; Roberto Galia, che sarà stato anche un gregario, però dopo aver regalato una salvezza al Como (che poi ha allenato come Tardelli) e vinto un Coppa Italia di C, regalò anche una Coppa Italia alla Juve, nella finale con il Milan del 1990, 1-0 con suo gol, nel giorno in cui ci fu l’inaugurazione del terzo anello di San Siro; e poi Gianluca Zambrotta, che come Galia è un figlio della nostra città, che ha debuttato in azzurro vincendo una Coppa Italia di C (la stessa di Galia, 96-97), e che alla Juve ha vinto tre scudetti (uno revocato), una Coppa Uefa e due Supercoppe italiane.
Poi c’è la triste storia di Andrea Fortunato, lanciato dal Como e arrivato alla Juve per essere il nuovo Cabrini, il nuovo Maldini sulla fascia sinistra, ma stroncato da una leucemia in giovane e età dopo nemmeno due anni in bianconero. Altre due storie sono quelle di Pasquale Bruno, e di Luca Fusi, che militarono sulle due sponde.
E una serie di doppia appartenenza meno significativa, ma comunque negli annali. Come quelle di Daniel Fonseca, di Fabio Pecchia, di Gedeone Carmignani, di Michele Padovano. E poi la storia di Massimiliano Notari, che nel Como fece solo le giovanili, ma poi venne pescato da Trapattoni dall’Oggiono e giocò una stagione sola in bianconero giovanissimo prima di essere fermato da un infortunio. Oggi è allo scouting del Parma.
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