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Lunedì 01 Settembre 2025
Como, niente drammi
La sconfitta di sabato a Bologna non sposta di una virgola le ambizioni e il progetto degli azzurri. Ma restano sul piatto due temi: pochi attaccanti in rosa e il secondo errore della difesa alta su due partite
CALCIO
Nessun dramma, tragedia, discese dal carro, pessimismo cosmico. La sconfitta con il Bologna si sabato sera non sposta di un millimetro, ovviamente, la costruzione del progetto Como e l’entusiasmo per un castello tecnico promettente. Ci sta che il Como perda sul campo di una squadra di livello europeo, ferita dal ko a Roma, che tra l’altro ha le caratteristiche tecniche adatte per mettere in difficoltà il gioco di Fabregas, come si era visto anche lo scorso anno. Insomma, anche paradossalmente a voler inserire il Como nella corsa all’Europa, perdere a Bologna è nella natura delle cose.
Spunti
Detto questo ci sono un paio di spunti da analizzare. Perché, dire che la squadra è forte, dire che Fabregas è un genio, dire che il progetto è mitico, dire che il mercato è stato fantasmagorico, non vuol dire necessariamente che il Como abbia comunque per forza giocato bene a Bologna. Come ha cercato di dire Fabregas in conferenza. Capita, ripetiamo. Nessuna dramma. Ma la prestazione è stata un po’ così.
Primo punto, l’attacco. La partenza contemporanea di Azon, Cutrone e Gabrielloni è stata in qualche modo, da una parte repentina, e dall’altra inattesa. Perché tutti si aspettavano che almeno uno rimanesse. In più Fabregas ha detto chiaro e tondo: non compreremo un altro attaccante. La domanda è: puo permettersi il lusso, il Como, di avere solo due attaccanti di ruolo? Una domanda, non una sentenza. Specie se uno dei due personaggi più adatti a fare, nel caso, l’attaccante (Diao: l’altro è Paz) starà fuori per oltre un mese? Ce lo siamo chiesti nel guardare Douvikas che a volte ha sempre un po’ di difficoltà a inquadrare la porta (sul gol con la Lazio c’era stata la complicità di Provedel) e Morata che non ci sembra ancora al top, ha sbagliato un gol fatto e da Madrid dicono malato di saudade (ma sarà una balla). A meno che Fabregas non pensi di buttare nella mischia un giovane della Primavera individuato. Sono in corso valutazioni. Detto questo, dove i conti non tornano (non in generale ma restando alla sola prestazione di Bologna) è sul fatto che Fabregas ripete sempre che la partita si decide negli ultimi 20 metri, che ha costruito una squadra per decidere lì,e se non tiri mai in porta, spesso sbagliando l’ultimo passaggio, significa che qualcosa non ha funzionato.
Difesa
Poi c’è il capitolo difesa. Il Como ha preso due gol da una situazione simile. Quello (annullato) con la Lazio e quello con il Bologna con la difesa troppo alta tagliato fuori da un lancio lungo. In questo va però tenuto presente l’età media del Como molto bassa. Che fa parte di una strategia e per Fabregas e Ludi non sarà mai un errore o un azzardo. E’ un sistema. E gli errori devono essere messi in conto.
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