Como, questa è la Coppa Italia: riempila di gol

Calcio A una settimana dall’inizio del campionato, oggi alle 18.30 calcio vero al Sinigaglia: arriva il Sudtirol. Fabregas: «Puntiamo ad andare avanti il più possibile. Morata sì o no? Valuteremo insieme a lui e al preparatore»

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Una Coppa Italia che stavolta può davvero diventare un obiettivo. È un percorso che il Como di quest’anno affronta dopo molto tempo in maniera nuova e diversa, ben quarant’anni dopo aver sfiorato il trofeo, correva il campionato 85-86.

Oggi è un altro mondo, intorno a questo Como ci sono aspettative forti. Ma Cesc Fabregas lo dice subito, la pressione e le attenzioni eccessive restano lontano da lui e dai suoi ragazzi. Perchè? «Perchè noi siamo diversi, siamo speciali. Qui si sta costruendo una famiglia e una cultura nuova, non è un lavoro di un anno. Nessuno di noi ha parlato e parla di Europa o di alti obiettivi, il nostro messaggio non cambia, e i nostri tifosi lo hanno capito».

«Barcellona test importante»

Per questo dalla scoppola di Barcellona Fabregas dice di essere uscito quasi soddisfatto, «perchè siamo stati coraggiosi, è stato un test importante per la nostra mentalità. I ragazzi hanno visto qual è l’obiettivo a cui provare a puntare. Abbiamo recuperato palla 62 volte, più di loro. Non ci siamo lasciati andare. Certo, giocare così può portare rischi grossi, ma anche grossi benefici. E noi miriamo a quello».

Chiunque ci sia di fronte, ovviamente anche se si chiama Sudtirol. «Che è comunque una squadra che ha una sua identità, e un 5-3-2 con idee molto chiare. Una bella prova anche questa. Non sarà una partita più difficile né più facile di altre. Ovviamente puntiamo ad andare avanti il più possibile in Coppa, cominciamo la stagione molto carichi dopo un ottimo lavoro in ritiro. E avere anche le partite di Coppa può essere utile per la rotazione dei giocatori, per dare più spazio a tutti».

Se Morata ci sarà o meno lo sapremo all’ultimo. «Valuteremo con lui e con il preparatore. Un po’ si è allenato con il Galatasaray, un po’ da solo, vediamo».

E chiarisce subito che non farà preferenze. «Alvaro è un mio giocatore, non un mio amico. Io dopo il Chelsea forse l’ho sentito una volta, per complimentarmi per la vittoria agli Europei. Con lui però ho condiviso grandi momenti nel Chelsea e in Nazionale. È un giocatore con grande cuore e tanto senso del lavoro. Basta guardare quello che ha fatto per venire qui, rinunciando a tanti soldi, questo è un grande merito. Tanti giocatori dopo i 30 anni puntano solo a portare a casa il più possibile, lui ha fatto una scelta ammirevole. Ha tanto da insegnare a noi, anche a me che sono un tecnico giovane. Mi ha detto, non so quanti gol farò ma ti prometto tanto lavoro».

«Un 4-3-3 che si trasforma»

Sulle scelte che farà domani Fabregas non si sofferma, la falsariga è sempre quella, «un 4-3-3, che si trasforma durante la partita. Il concetto è sempre lo stesso, cercare di far sì che tutti sappiano adattarsi a fare tutto. Nico Paz? Da lui mi aspetto sempre che faccia la differenza nella fase finale, ma l’importante è che continui a lavorare con l’umiltà con cui lo sta facendo. Continuiamo a essere una squadra di giovani, che non sempre riescono a fare benissimo, ma il nostro percorso non cambia. E per me la mia già così com’è è la squadra migliore del mondo».

A parte il dubbio Morata, l’unica assenza certa è quella di Kuhn, che ha un problema a un tendine. Sarà pronto per Bologna o dopo la sosta. Si gioca oggi alle 18.30, partita in diretta tv su Italia 1.

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