Como: toccasana cambi di modulo. Quando Longo lo fa, porta fortuna

Calcio B È successo anche stavolta contro il Catanzaro dopo i precedenti con Spezia e Cittadella

Cambiare fa bene, questo dicono i fatti, i risultati. Il Como contro il Catanzaro ha cambiato ancora una volta modulo, e ha vinto. Come è sempre accaduto.

Se c’è una cosa di cui bisogna dare atto a Moreno Longo è stata proprio questa. Che si sia trattato di necessità o di scelte precise, più volte in questo percorso di dieci partite il tecnico ha comunque deciso di cambiare sia pur leggermente il suo modo di schierare la squadra, ottenendo risultati positivi, ogni volta. Partendo dal presupposto, da lui più volte esposto, che l’intento fosse anche quello di avere a disposizione una costruzione capace di mutare in corso d’opera, è altrettanto vero che ci sono state anche situazioni contingenti a determinare i cambiamenti.

Attacco a due punte

Una su tutte, l’infortunio di Cerri, che ha portato alla trasformazione dell’attacco a due punte in quello con un unico vertice supportato da due trequartisti. Da cui però sabato scorso si è già tornati indietro, anche per motivi di condizioni fisiche dei giocatori, scegliendo di tornare alle due punte schierando Cutrone e Gabrielloni. E forse non si è vinto per questo, però si è vinto, con una bella partita. E quindi non si può certamente dire che non abbia funzionato.

Ma partendo dall’inizio, è davvero successo più volte che Longo “sconfessasse” le sue scelte precedenti. La difesa ne è il primo esempio. Già durante l’estate il tecnico aveva più volte spiegato di voler giocare a quattro. E la partenza, infatti, è stata con un 4-4-2. Cassandro con il Venezia, Vignali con la Reggiana, e poi Odenthal, Barba e Ioannou. Così si è giocato nelle prime due partite: cinque gol subìti. Non solo per il modulo, forse, tantomeno per i giocatori. Ma il cambiamento visto con lo Spezia, un 3-4-1-2, ha portato alla prima vittoria. Qualcosa di simile si è visto con la Ternana, pur avendo schierato un po’ più basso Sala sulla sinistra rispetto a Ioannou, restando però di fatto con il trio difensivo centrale Curto-Odenthal-Barba.

E poi, a Cittadella, il cambiamento offensivo: Cutrone unica punta, supportato da Verdi e Da Cunha. Una serie di soluzioni diverse che ha portato a tre vittorie di seguito, a quella successiva con la Sampdoria e al buon pareggio di Bari.

Le cose non hanno funzionato al meglio con Cremonese e Parma. Ed ecco, anche per altre ragioni, un ulteriore cambiamento. Il ritorno alle due punte, con un solo fantasista, che ha effettivamente portato più compattezza ed equilibrio rispetto alle due gare precedenti. E anche, come era nell’intento di Longo, un punto di riferimento in più in avanti che avrebbe potuto fruttare anche più dell’unico gol segnato. Una scelta giusta per il tipo di avversario. E ancora una volta il cambiamento ha portato a una vittoria.

Un’arma in più

Insomma, se si voleva costruire una rosa in grado di proporre più soluzioni, e tutte valide e plausibili, in questo senso l’intento è riuscito. Ed è assolutamente apprezzabile il fatto che Longo sappia tornare sui suoi passi quando è necessario senza fissarsi su dogmi incontestabili. Un’arma in più di cui non tutte le squadre possono disporre.

Incuriosisce ora come e quando si potrà pensare di rivedere Cerri in campo. Che il ritorno a due punte contro il Catanzaro possa essere anche un modo per prepararsi al suo rientro? Di sicuro lui e Gabrielloni non sono comunque attaccanti uguali come caratteristiche. Ma questo Como non ha paura dei cambiamenti, finora hanno sempre funzionato. Stiamo a vedere.

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