(Foto di Cusa)
Calcio Il 2025 cruciale per la consacrazione di Fabregas, grazie al decimo posto della scorsa stagione. Dopo un inizio complicato, la serie di successi. Poi la paura di vederlo all’Inter, fino ai grandi obiettivi attuali
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Era iniziato così così, per poi esplodere a fine stagione scorsa e riconfermarsi in quella attuale. Gioie, preoccupazioni, esultanze sotto la curva, dichiarazioni piccanti, sorrisi, amarezze, beffe e…vittorie.
Nessun dubbio che il 2025 sia stato l’anno di Cesc Fabregas. Il tecnico spagnolo che secondo qualche genio andava persino esonerato a un certo punto (pensate un po’, per Ballardini!), e che alla fine ha fatto ricredere tutti.
Corteggiato dalle grandi e apprezzato da colleghi e commentatori, i primi mesi freddi da gennaio e marzo non erano stati entusiasmanti, con 12 punti in 12 partite figli di 3 vittorie, 3 pareggi e 6 sconfitte.
Poi, la svolta improvvisa. Una striscia di successi micidiale tra aprile e maggio, ben sei contro Monza, Torino, Lecce, Genoa, Parma e Cagliari (record storico del club in Serie A) che hanno consentito ai lariani di chiudere la stagione con un clamoroso decimo posto in classifica. Ma a sorprendere di quella fase non furono soltanto i buoni risultati, bensì il gioco che il Como riuscì a sviluppare: rapido, coordinato, a tratti dominante. In poche parole: bello da vedere. E infatti se ne accorsero in tanti, capendo che il burattinaio in panchina che muoveva dall’alto i giovani terribili del Como aveva delle qualità speciali. Ormai lo sappiamo. Le richieste arrivate a Cesc la scorsa estate sono state principalmente quattro: Lipsia, Bayer Leverkusen, Roma e Inter. E l’aspetto interessante è che con tutti questi club Fabregas abbia accettato di sedersi al tavolo a discutere, per poi rimandare sempre tutto al presidente Suwarso che con un “No grazie” ha chiuso qualsiasi tipo di spiraglio.
Non va però dimenticato il grande spavento durante i primi giorni di giugno, quando il Ds dell’Inter Ausilio volò a Londra per provare a convincere Cesc. È stata una notte lunga, che sicuramente tutti i tifosi lariani ricordano. Lo sguardo di Fabregas e Suwarso all’aeroporto, i silenzi e poi le dichiarazioni.
Il sollievo nel vedere lo spagnolo guidare la squadra durante la preparazione di luglio, prima di far partire la nuova stagione e arrivare a questi giorni in cui è diventato quasi scontato parlare di Europa. Un miraggio fino a un anno fa. Oggi una realtà consolidata, con il 2025 chiuso al sesto posto in classifica e l’impressione che questo sia solo l’inizio di una storia bellissima. In tutto questo, da sottolineare almeno tre risultati degni di nota durante il percorso: il 2-1 contro il Napoli capolista a febbraio, il 2-0 contro la Juve di ottobre e il più recente e clamoroso 1-5 in casa del Torino. Per non parlare poi del record eguagliato di 11 risultati utili consecutivi.
Chissà cosa saremo qui a scrivere tra un anno. Quali numeri, quali successi, eventualmente quali delusioni. Di certo, il 2025 è stato un mix affascinante, con due parole cardine: adrenalina e vittorie. Sotto la guida di un condottiero mai banale, che si sta prendendo tante rivincite sotto il punto di vista personale e sportivo.
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