Como, Var e squalifica: qualcosa non torna

Tiene banco il caso dell’espulsione di Jesus Rodriguez

Qualcosa non torna in tutta la vicenda della squalifica di Jesus Rodriguez. L’entità, tre giornate di stop, dopo il fallo di reazione in Como-Cremonese è stata universalmente riconosciuta come esagerata. Provocando da una parte la rabbia dei tifosi del Como, dall’altra quella nei nemici del Var a livello nazionale.

Innanzitutto l’analisi del fatto, che racchiude almeno tre fasi. Rodriguez, pressato da Terracciano con un abbraccio (qualcuno dice in maniera fallosa, tra l’altro), prima tira un calcetto di reazione all’avversario (fase 1); poi dà una manata all’indietro per allontanare il giocatore che sostanzialmente lo sta abbracciando, ma non lo prende (fase 2); e facendo così, il gomito tocca involontariamente il collo del giocatore che stramazza al suolo. La motivazione dell’espulsione e della squalifica di tre giornate, non fa riferimento al colpo con il gomito, che sarebbe stato l’unico forse davvero punibile con il rosso. Tanto è vero che i commenti del sabato e della domenica sera erano tutti dubbiosi se il giocatore avesse meritato l’espulsione. Tra tutti Cosmi a Mediaset: «Non so se sia espulsione, gli stessi gesti sono giudidcati a volte in maniera differnete. Ma secondo me è stato punito il gesto e non il colpo in sè». Quello che non torna, dunque, è come mai per una sanzione che è stata ritenuta dubbia da tutti, compreso il designatore Rocchi, sia arrivata poi una squalifica pesante come se il giocatore avesse tiratio una gomitata a freddo intenzinalmente. Questo il dialogo in sala Var

VAR: “«È caduto questo, fammi vedere, con il 17».

ASSISTENTE: «C’è un uomo a terra».

VAR: «Erano quelli di prima, il 17 gli dà una smanacciata. Gliela dà, aspetta che la sto riguardando».

VAR: «Fammela vedere in dinamica, sì gliela dà».

VAR: «Ti consiglio una OFR per condotta violenta».

VAR: «Fammi prima vedere se c’è anche azione da parte del difensore? Ok, confermo OFR».

ARBITRO: «Dammela a velocità normale? Ok perfetto, rosso numero 17».

ANNUNCIO ALLO STADIO: «A seguito di revisione il numero 17 del Como colpisce il numero 24 con un calcio a palla lontana. Decisione finale, rosso per condotta violenta».

In studio il capo dei designatori Gianluca Rocchi ha commentato così l’operato: «Il rosso è corretto. L’atteggiamento non va bene, la reazione c’è stata. Al di là che ci sia l’impatto o meno il tentativo di colpire è già un’infrazione. Non dobbiamo vedere per forza il sangue per un’espulsione. Dall’altra parte non sono contento e l’ho detto agli arbitri coinvolti perché non si può non ammonire chi provoca la reazione. Se c’è una reazione è perché c’è un’azione. L’altra cosa che non mi piace è chi continua a toccarsi il viso quando non si viene neanche sfiorati o colpiti in altre parti del corpo. Su questa cosa staremo attenti. Antisportivo quando qualcuno prova a dare un pugno a qualcuno non è mai, è condotta violenta».

Dunque diciamo che i vertici parlano di concorso di colpa, mentre la squalifica è stata netta, dura, senza se e senza ma.

Basta dare un’occhiata ai commenti di tifosi neutri, sul profilo instagram di Dazn per capire che aria tira sull’episodio. E non parliamo di tifosi del Como. Uno per tutti: «Siccome quel premio Oscar di Terracciano lo aggrappa senza motivo con la palla da un’altra parte, Jesus si libera senza neanche toccarlo, diamo 3 giornate così?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA