Ecco Fabregas in tv, parla da allenatore del Como

Frasi Un centrocampista d forte fisicamente da cercare, il piacere di allenare in Italia e altre cose interessanti

Como

Il calcio italiano, le sue idee, i suoi progetti. E naturalmente il suo Como. Cesc Fabregas ha catalizzato l’attenzione dei suoi interlocutori e di tutto il pubblico di appassionati che lo hanno seguito domenica sera, durante la sua ospitata negli studi di Sky.

Fabregas ha parlato di tutto, dal pareggio del Napoli di Conte -«un martello, che però ti fa vincere e per questo i giocatori lo seguono» - alla finale conquistata dall’Inter,«che mentalità, bravo Simone», facendo i complimenti a Inzaghi. Ammettendo anche che, a loro come a tanti altri suoi colleghi, «faccio tante domande, li chiamo, ci confrontiamo, del resto sono il più giovane del gruppo e devo imparare tanto...».

Ma tanto sa già anche insegnare e spiegare, e lo ha fatto anche parlando del Como, a cui la trasmissione ha dedicato chiaramente un’ampia parentesi. «Anche dopo sei vittorie di seguito abbiamo ancora tanto da migliorare, altrimenti – ha detto facendo riferimento ai dati positivi sul rendimento della sua squadra, in particolare quelli difensivi – saremmo in Champions. Siamo cresciuti in maniera veloce, anche più del previsto. E adesso siamo molto più sicuri e più solidi nella costruzione del basso, che facciamo anche più di quello che io chiedo. Io ero un giocatore molto verticale, e penso che più si possa andare in verticale meglio è».

Un lavoro che sta insegnando soprattutto ai suoi centrocampisti, «noi non abbiamo un vero regista, un vero play, Da tutta la stagione giochiamo con mezze ali o trequartisti che io tengo più bassi. Perrone, se glielo chiedete, dice di essere una mezzala, sono io che lo convinco di essere un play. Ed è giusto insistere, perché dopo l’assist che ha fatto con il Cagliari – per il gol di Caqueret, ndr – volevo andare in campo a stringergli la mano, era felicissimo, ci abbiamo lavorato tanto. Postura, alza la testa e verticalizza».

E a proposito di centrocampo, «ci manca un giocatore fisico, ci serve, lo stiamo cercando. La fisicità è una delle nostre debolezze...».

Non poteva mancare una domanda su Nico Paz, «sono molto esigente con lui, a volte credo che mi odii... A parte gli scherzi, abbiamo un grande rapporto, con le sue qualità può arrivate al top ma per questo voglio che diventi molto più completo. Ha il fisico, fa gol, sa palleggiare, gioca in verticale, ma deve essere molto più dinamico. E’ già migliorato, anche in fase difensiva, ma a volte ancora si “addormenta” quando la palla è lontana».

Fabregas ha spiegato anche il suo modo di preparare le partite, - «mi colpisce il fatto che in Italia si parla sempre dell’avversario, più che di sé stessi. Noi solo negli ultimi due giorni prima della partita analizziamo l’avversario e le possibili situazioni che può creare in campo, le altre giornate sono concentrate su di noi, sulla nostra crescita» - e sul suo modo di scegliere, con lo staff, i giocatori. «Analizziamo tanti dati, ma prima della scelta finale a me piace andarli a vedere di persona, dal vivo».

Fabregas ha parlato del suo forte legame con Como, «sento la famiglia che si è creata, la forza e l’energia dello stadio, lo straordinario attaccamento dei tifosi, ci sto benissimo, il calcio italiano mi sta piacendo tanto», in quanto al suo futuro, «le mie ambizioni sono altissime, voglio vincere tutto, ma passo dopo passo. Ho ancora tanto da imparare».

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