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Domenica 09 Novembre 2025
Fabregas: «Ci manca un ultimo step»
Intervista «Abbiamo avuto il 75% di possesso, non abbiamo preso gol e il nostro pressing ha funzionato»
Como
Lo aveva detto già nella conferenza stampa prepartita, avvisando tutti che la prova con il Cagliari sarebbe stata complicata, visto che la formazione di Pisacane nel corso di questo campionato non ha mai dato punti di riferimento “studiabili” a priori. Tra i due allenatori, è risaputo, c’è grande stima, dato che hanno studiato insieme ai corsi per diventare allenatore e per loro stessa ammissione si scambiano regolarmente analisi e opinioni.
E proprio in virtù di questa amicizia, Cesc ha deciso di rispondere alla prima domanda nel dopopartita proprio al fianco del collega Pisacane: «Fabio è un amico, abbiamo fatto un percorso insieme e ci sentiamo spesso. Conoscevamo le difficoltà della partita e va dato merito al Cagliari per essere venuto qui a giocare con coraggio. Abbiamo avuto tante occasioni per fare gol. Non siamo stati bravi a sfruttarle, ma nonostante questo il Como oggi meritava di vincere con almeno due reti».
Tra i colpi di scena durante la partita, ha fatto discutere la sostituzione di Morata. È stato quest’ultimo infatti a chiedere spontaneamente di essere cambiato dopo aver ricevuto l’ammonizione, in seguito a una serie di screzi e provocazioni con Yerry Mina: «Non è vero che questo non è mai successo. Nel calcio succede sempre tutto. Alvaro doveva già essere cambiato quindi non ho niente da aggiungere. Difenderò sempre il mio giocatore e se c’è qualche problema lo risolveremo internamente nello spogliatoio. Avevo parlato con lui prima della partita, sapendo che avrebbe giocato contro un difensore ostico. Ma preferisco non parlare di questo giocatore, a me piace un altro tipo di calcio. Dico solo che tocca all’arbitro gestire certe situazioni».
Quello di ieri è stato il terzo 0-0 della stagione, dopo quelli con Parma e Napoli. Ma a differenza delle altre due partite, contro il Cagliari il Como ha saputo creare tante occasioni da gol ma non è riuscita a concludere: «La cosa più importante è capire i momenti in cui fare le cose. Abbiamo provato di tutto, creando tanto. Se qualcuno si aspetta già una squadra che riesce ad essere dominante sia in difesa che in attacco la risposta è: non siamo ancora pronti».
E poi ancora: «Serve fare quello step per vincere questo tipo di partite, ma è una cosa che non si fa da un giorno all’altro. Ho avuto la fortuna di giocare in due delle squadre più dominanti del mondo: la Spagna e il Barcellona. Diverse volte ho trovato squadra che pensavano solo a difendersi. E spesso le partite sono state risolte dal campione. Il nostro è un processo e ci sono tanti elementi positivi. Abbiamo avuto il 75% di possesso, non abbiamo preso gol e il nostro pressing ha funzionato. Quando fai bene la gente chiede sempre di più, ma il nostro progetto richiede stabilità, tempo e idee chiare. Quando si vince, ti svegli e lavori, Quando perdi, ti svegli e lavori uguale. Io vivo così».
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