(Foto di Cusa)
L’allenatore del Como sprona la squadra alla vigilia della sfida di Torino con i granata
C’è qualcosa che Cesc Fabregas vorrebbe sentire di più da parte dei suoi giocatori. La voglia di fare gol. Quello che resta poi, in fondo, l’unico problema reale della sua squadra. «Siamo molto più dominanti, i nostri numeri lo dicono, sono numeri importanti. Però, se penso all’ultima partita con il Cagliari, dopo l’ultima opportunità di Morata la squadra non ha avuto quella mentalità, quell’aggressività di voler arrivare al gol a tutti i costi, quell’idea di andare a vincerla. È vero che a volte quando vuoi vincere in tutti i modi poi magari rischi di perderla. Però quando sei dominante così non ce n’è, devi fare gol».
È anche da questo presupposto che si va in campo domani a Torino, che si riprende il filo dopo due gare in cui, è vero, non si è subìto, ma nemmeno si è segnato. E se a Napoli poteva andare bene così, con il Cagliari l’analisi è necessariamente diversa.
«La squadra comunque sta bene, sono tornati tutti bene dalle Nazionali, Posch contento per essersi qualificato, Vojvoda emozionato per il traguardo dei playoff – abbiamo seguito con lui il sorteggio -, Rodriguez e Addai hanno segnato. Insomma, è una pressione positiva in più per tutti».
Inevitabile deviare anche su Diao, sulla cui partenza per la Nazionale Fabregas aveva già espresso dubbi preventivi. «È partito che aveva un problema all’adduttore, ha fatto due allenamenti con il Senegal e ha sentito un altro dolore... Adesso starà fuori qualche partita, andare alla Coppa d’Africa tra poche settimane mi sembra illogico, non ha senso neppure per lui. La sua squadra, il Senegal, è una squadra favorita per andare avanti, dunque rischia di stare via tanto e magari tornare e doversi fermare ancora. Dunque in dieci mesi rischia di giocare di più con il Senegal che con il Como... Ma non pensiate che io sia contrario ai giocatori che vanno in Nazionale, l’ho fatto anch’io, lo so quanto sia importante e sono contento per loro, è una grande soddisfazione. Ma le cose vanno fatte con buon senso».
Intanto, Diao rientrerà probabilmente a metà dicembre contro la Roma.
Tornando alla partita di domani, e al problema del gol, inevitabile parlare anche di Morata. «Preoccupato per lui? No, sarei preoccupato se non riuscisse a crearsi occasioni da gol, allora sì. Ma lui almeno un’occasione a partita se la costruisce sempre. Lo sappiamo, capita a molti attaccanti. Uno come Henry, più bomber di Morata, è stato sei mesi senza fare gol... la cosa più importante è che lui abbia continuità nelle prestazioni, e restare uniti anche per aiutarlo».
È questo, del resto, un campionato in cui tutti fanno un po’ fatica a segnare, siamo ai minimi storici in quanto a numeri di gol. «In Italia vincere è molto difficile, per tutti e contro qualsiasi squadra, questo lo dicono tutti, anche allenatori degli altri Paesi. È difficile per come si difende in Italia, è un campionato complicato. Per segnare bisogna avere idee molto chiare, come per esempio il Bologna che per me è un modello da seguire, oppure un grandissimo talento. Gli attaccanti di oggi devono fare tante cose in più, si gioca diversamente. Ieri, cosa che normalmente non faccio, li ho “martellati” in questo senso per quaranta minuti, velocizzare l’attacco, trovare gli spazi anche se l’altra squadra si chiuse, stiamo lavorando tanto su questo. Perchè a volte ragazzi così giovani fanno quello che l’allenatore dice, ma devi dirglielo in ogni momento della partita, se l’altra squadra fa qualcosa che ti mette in difficoltà, basta. Invece si devono trovare ancora più soluzioni, non è tutto codificato. È molto più difficile, certo, ma si deve lavorare tanto in questo senso».
Chiusura sul Torino. Quanto può essere difficile questa partita?
«Dipende anche da noi. Possiamo arrivare più su di così, lo abbiamo dimostrato, serve un po’ di ambizione in più per fare la differenza. Il Torino ha giocatori forti, di esperienza internazionale, è una squadra bene organizzata con un grande mister. Sarà una partita molto interessante per noi, dobbiamo andare a giocarcela con grandissimo piacere e tanta energia. Puntando a vincerla, naturalmente».
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