Fabregas: «L’allenatore è Roberts. E la formazione la fa sempre lui»

Calcio serie B Il tecnico incorona il gallese: «Ha un’idea chiara di come far giocare la squadra». E sulla partita di domani: «Como e Palermo hanno il 50% di possibilità di vittoria a testa»

Con il Como non ci si annoia mai. Le novità (e le sorprese) sono sempre dietro l’angolo. Senza scomodare l’esonero a sorpresa di Moreno Longo dopo la vittoria di Ascoli, basti pensare a quello che è successo nelle ultime ore, con la nomina di un nuovo allenatore, il gallese Osian Roberts, per ovviare al termine della deroga concessa a Cesc Fabregas per allenare la prima squadra. Con due partite in arrivo- domani il Palermo in casa, a Santo Stefano il Cosenza in trasferta -, gli argomenti non mancano di certo.

Ma, appunto, c’è una partita importantissima in arrivo, prima di tutto il resto. L’ultima in cui Fabregas sarà autorizzato a sedere nelle vesti di allenatore sulla panchina del Como. Allo spagnolo, quindi, il compito di presentare la sfida contro il Palermo: «Sarà una partita difficile, come tutte in questa serie B, un campionato equilibrato e complicato, in cui si imparano ogni settimana cose nuove. Corini è un allenatore che mi piace, gioca un calcio propositivo. Como e Palermo hanno il 50% di possibilità di vittoria a testa».

No sovrapposizioni nei ruoli

Già intervenuto nel primo comunicato di presentazione di Roberts, Fabregas ha riparlato della nuova figura inserita dal Como: «Roberts è un grande allenatore, una persona che ha fatto tanto nella sua carriera, accumulando un’esperienza incredibile e in vari ruoli: come allenatore, assistente e insegnante nella federazione gallese. Ha un’idea chiara di come far giocare la squadra».

I ruoli saranno ben chiari e senza sovrapposizioni: «L’allenatore sarà Osian, la formazione la farà lui, certo. Io avevo varie chance, anche tornare in Primavera, ma lui mi ha chiesto di restare nello staff e di aiutarlo, andando anche in panchina ma con un ruolo diverso».

A fine stagione, il ruolo di Roberts sarà ad ampio raggio: «Avrà compiti di reclutamento, sarà nell’area tecnica e affiancherà Ludi, la figura migliore dal momento che ha contribuito a fare crescere questa società».

Ultima di Fabregas in panchina, alcune considerazioni sparse: «Non siamo delusi da Brescia. Per me, a Brescia si è vista la miglior prestazione sotto la mia gestione. Credo, sperando di non passare per matto, che a Brescia abbiamo disputato un grande secondo tempo, in generale 65 minuti di ottimo calcio, in cui abbiamo pagato due errori difensivi».

«Vorrei tanti Da Cunha»

Ci sarà Iovine tra i convocati, si va verso una sostanziale conferma della squadra di Brescia, con il dubbio legato alle due punte. Sui singoli, è stato convinto anche dalle scelte non scontate: «Vignali? Ha fatto benissimo. Sala? Giocherà di sicuro, è un grande professionista e ha una grande mentalità». Su Da Cunha si sbilancia ancora di più: «Rappresenta l’idea del calcio che ho in mente: se avessimo tanti Da Cunha, sarebbe il massimo. Certo, come tutti deve migliorare sotto porta, ma fa un grande lavoro in rifinitura».

A fine avventura, seppure molto breve, Fabregas traccia un “bilancino” delle sue cinque - domani saranno sei - sfide come allenatore di una prima squadra: «Non ho mai lavorato così tanto a livello di ore. Mi è servito, mi è piaciuto ed è un periodo che ricorderò sempre. In futuro, vorrei diventare un allenatore importante, iniziare mi ha fatto capire come sia complicato questo nuovo ruolo. È stato difficile prendere decisioni, escludere qualcuno, tanto più se tanti sono degli ex compagni».

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