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Domenica 17 Agosto 2025
Fabregas: «Ma io sono triste»
Nonostante il successo, l’allenatore del Como è rimasto deluso dai suoi ragazzi: «Devo spingere tutti a fare molto meglio»
CALCIO
«Se giochiamo così, non abbiamo possibilità di battere la Lazio». Così tuonò Cesc Fabregas dopo la vittoria contro il Sudtirol. E La Lazio arriverà tra una settimana: servirà stringere i tempi. Il tecnico, forse per la prima volta da quando allena, è rimasto deluso dalla sua squadra. E ammette: «C’è tanto lavoro da fare. È vero, ci sono tanti giocatori nuovi, tanti giovani, tanti calciatori al loro primo anno nei professionisti e so che devo avere tanta pazienza. Ma devo anche spingere tutti a fare sempre meglio».
Cosa fare, nell’immediato? «Per prima cosa, dobbiamo cambiare la nostra mentalità. Siamo in una posizione privilegiata, stiamo spingendo per portare a Como tanti talenti e sappiamo che il talento c’è in questa squadra e che, entro due-tre anni, questo talento aiuterà».
Qualcuno chiede a Fabregas se ha visto una competizione interna tra i giocatori, una competizione “sana”. Fabregas sembra sconsolato: «Non l’ho visto questa sera. Io sono triste, ho fatto un discorso nei giorni scorsi: ho detto che è giusto andare avanti con questi giocatori, venti-ventidue. I cinque giocatori, quindi tanti, che entrano a partita in corso possono farti vincere o anche perdere una partita. Io chiedo tanta energia, chiedo la faccia giusta, voglio che chi entri lotti per il compagno. Sorprendentemente 2-3-4 giocatori non hanno avuto una buona faccia».
Fabregas non fa nomi, ma tra titolari e subentrati, ha visto troppi giocatori che non si sono calati nel modo corretto nella partita: «Qualcuno è entrato con un’energia che non si può e non ci possiamo permettere. Questo mi fa capire che c’è tanto lavoro da fare. Chi non capisce che vogliamo vincere tante partite, peggio per lui: io do tre-quattro opportunità, non infinite. Per chi pensa egoisticamente, non c’è spazio».
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