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Domenica 11 Maggio 2025
Fabregas, parole d’addio? «Sarò sempre grato al Como»
Interviste «Vorrei lasciare un’eredità. C’è una società fortissima, un centro sportivo super e i nostri ragazzi con la loro mentalit
Como
Giornate come questa avranno un peso nella scelta di Cesc Fabregas se lasciare il Como o restare? La risposta, in parte, lascia dubbi: «Certo, c’è un lato emotivo che non nego. Succeda quel che succeda, per sempre ringrazierò questa società, sarò sempre orgoglioso di questa energia che si è creata. È tutto diverso da quando sono arrivato». E ancora: «Vorrei lasciare un’eredità. C’è una società fortissima, un centro sportivo super e i nostri ragazzi con la loro mentalità. Vediamo cosa succede, sono molto coinvolto in questo progetto». È sembrato un passo d’addio, ma poi il tecnico ha puntualizzato: «Quando arriverà il momento vedremo come fare e questo può succedere tra dieci anni o tra cinque. Il mio lavoro è preparare il terreno a chi verrà dopo di me. Ora ci sono fondamenta solide ed è il momento di alzare la casa».
Tiene sempre banco il futuro dell’allenatore spagnolo. Ma lui resta ancorato alla realtà, ai risultati e sugli obiettivi. A salvezza acquisita, il Como continua a vincere: «Nei momenti in cui la gente ha dubitato di noi, ci siamo allenati sempre con la stessa intensità e mentalità, creando la nostra famiglia. Tutto questo è tornato indietro, a nostro favore». Con un decimo posto raggiunto e da difendere: «Siamo cresciuti, i giocatori hanno capito il gioco e lo stile. Ora, è tempo di mostrare il nostro aspetto mentale. È sempre difficile vincere dopo le vittorie, perché crescono le aspettative. Per arrivare al “top”, si deve sempre andare oltre al 100% delle possibilità. E, infatti, stiamo già pensando al Verona, altra sfida difficile».
Quando ha capito che sarebbe stato un campionato anche di soddisfazioni? «Non c’è un momento preciso, la cosa più importante è che i ragazzi abbiano seguito sempre il mio messaggio e l’abbiano recepito».
Cosa può fare di più il Como l’anno prossimo, con o senza Fabregas? «Mah, è difficile dirlo. So già che se vinceremo le prime due, saremo da Champions. Se perderemo, si dirà che sono uno che vale poco. Metto davanti a tutto la mia tranquillità: eravamo in pace con noi stessi anche quando non abbiamo vinto per nove partite».
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