Fabregas: «Resto? Ormai mi sento un cumasch»

Intervista «Non ho mai smesso di pensare al Como, non sono stato un solo giorno senza pensare al futuro»

Como

Dice che il Como non ha mai seriamente rischiato di perderlo, ma con sincerità ammette anche che «ho parlato con altre società, perché se qualcuno mi chiede di parlare io non dico di no, lo ascolto». Cesc Fabregas, dunque, sa anche che se più di un dubbio è circolato sulla sua permanenza al Como «forse è anche un po’ colpa mia, ho trasmesso io questa sensazione».

Ma «non ho mai smesso di pensare al Como, non sono stato un solo giorno senza pensare al futuro del Como. Mirwan e Charlie Ludi hanno sempre saputo tutto, sono sempre stato sincero. Ormai sono un cumasch». E se quel parlare con altri sia stata semplice curiosità o qualcosa di diverso, adesso conta poco. O meglio, conta solo se in cambio di questo suo accantonare altri pensieri abbia portato Fabregas abbia potuto ottenere qualcosa in più, la promessa di avere una squadra ancora più competitiva, di poter veramente alzare il tiro. «Non è detto che sia necessario spendere di più, non abbiamo un budget prefissato. In quanto agli obiettivi la prossima stagione deve servire a consolidare la posizione del Como in serie A, in questo senso sarà un anno molto importante. E dobbiamo farlo benissimo, tutti quanti. Non sarà facile, faccio un esempio: Nico Paz quest’anno è stata una sorpresa per tutti, l’anno prossimo non lo sarà più. E dunque dovrà crescere, fare ancora meglio, e così dovrà essere per tutti».

Ma c’è anche un’altra considerazione che Cesc non manca di sottolineare. «Se fossimo partiti con la squadra che abbiamo avuto nel girone di ritorno, dove potremmo essere ora? Quest’anno c’è stata una completa rivoluzione, anche a stagione in corso, l’anno prossimo questo gruppo ci sarà dall’inizio, e non solo, io stesso ora li conosco bene, so come farli rendere al loro meglio». I presupposti ci sono tutti, «anche se sarà maggiore anche la pressione. Sento i tifosi chiedere l’Europa, significa che da noi si pretenderà di più, ci sarà da gestire anche questo aspetto, e a me non piace dire bugie...».

La squadra del futuro, sentendo Cesc, è in buona parte fatta. «Servono quattro o cinque elementi, ma vorrei anche una rosa un po’ più ridotta, ventuno-ventidue giocatori. Quindi ci saranno scelte da fare anche su chi dovrà restare e chi no». Un accenno anche ai, pochi, giocatori in prestito, che a Fabregas piacciono. «Per Perrone si sta lavorando, e c’è la possibilità di prolungare il prestito per un altro anno, anche su Valle siamo molto vicini a prenderlo, Ikonè mi è piaciuto per quello che ha fatto, l’abbiamo aiutato a essere più apprezzato, più amato».

Ribadisce quello che più gli piace del suo gruppo e del suo lavoro nel Como, «la famiglia che siamo riusciti a costruire. Quando sono arrivato qui non era così, c’erano tanti pezzi separati da mettere insieme, e abbiamo creato qualcosa di speciale, in tutti gli ambiti, anche con i tifosi. Per me a livello personale la famiglia è importante, so bene quanta energia può dare. E devo ringraziare tutti i ragazzi, che hanno dimostrato una grande mentalità, consentendomi anche di continuare sulla strada in cui credo. Questa squadra può crescere ancora tantissimo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA