Fabregas: «Vittoria di identità. A Napoli per fare una bella partita»

Interviste È inevitabile guardare anche la classifica. «A me interessa poco, ma è bella, molto bella».

Como

«Una vittoria di identità». Cesc Fabregas definisce così il successo contro il Verona, una partita che è stata anche il suggello dell’idea che chiunque entri in campo, in qualsiasi momento, è in grado di essere decisivo e fondamentale. «E c’è voluto anche un coraggio incredibile, perchè il Verona come sapevo è una squadra molto pericolosa, e perchè abbiamo dovuto reagire a quell’errore che ci è costato il pareggio».

Un episodio, quello che ha portato alla rete gialloblù che Fabregas definisce «un errore mio, non della squadra. Mio perchè sono io che chiedo loro di giocare così, con la costruzione dal basso. Loro hanno fatto quello che io dico, stavolta c’è stato un errore, e poteva essere facile a quel punto cadere nel gioco del Verona. Invece noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo continuato come sappiamo. Perchè l’errore fa parte del gioco, si prende gol ma si va avanti comunque con le nostre idee. E per questo la definisco una vittoria di identità. Per la seconda volta consecutiva abbiamo avuto il 72 per cento di possesso palla, la squadra si fida di quello che io dico di fare, e io mi fido di loro».

Una vittoria di identità ma anche di gruppo, perchè per la prima volta il Como ha segnato tre gol in una sola partita.., «e stavolta senza l’apporto di Nico Paz, questo mi chiedete vero?» E sì, perchè è stato importante anche smarcarsi dall’idea che Paz sia indispensabile per le reti del Como, così come significativo è il fatto che due delle tre reti siano arrivati da difensori.

«Nico ha fatto la sua gara lì in mezzo, ma per lui è stato anche difficile, sempre circondato da tanti avversari. Non è importante che faccia sempre gol. Piuttosto è stato bello vedere il contributo di tutti, rivedere Rodriguez, Posch che torna titolare e fa gol, Vojvoda che entra dalla panchina e segna... Ma devo dire un bravo a tutti, anche a Smolcic e Morata, gli ultimi entrati. L’atteggiamento di Alvaro in quei cinque minuti mi è piaciuto tantissimo. Sono tutte cose che ci fanno stare tranquilli e ci danno fiducia per continuare. Tre partite in una settimana richiedono veramente la massima disponibilità da parte di tutti, e l’inverno sarà duro, il mese di gennaio molto intenso, è necessario che sia così».

Una parola in più per Diao, tornato titolare e uscito dal campo un po’ arrabbiato con se’ stesso per non essere riuscito a dare di più. «Non l’ho messo in campo per dargli minuti, ma perchè pensavo che potesse essermi utile per vincere la partita. Perchè torni al suo meglio ci vuole solo calma, ci vuole tempo perchè il suo fisico trovi la piena condizione, ma sono molto fiducioso». Sulle scelte per il centrocampo, «Perrone doveva giocare, ma la sera prima non è stato tanto bene. Deve esserci per sabato. Vogliamo andare a Napoli e fare una buona partita, una bella figura». Ed è inevitabile guardare anche la classifica. «A me interessa poco, ma è bella, molto bella».

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