Gabrielloni gol: perla azzurra

Calcio La rovesciata con il Sudtirol nella galleria delle reti indimenticabili del Como. Come quella di Memmo, che oggi dice: «Una prodezza che ha segnato la mia carriera»

Stabilire una classifica dei gol più belli del Como è difficile. Se non altro, perché anni di serie inferiori ci privano delle immagini tv. Ma certo quello di Gabrielloni contro il SudTirol di sabato entra di diritto tra quelli indimenticabili.

E da due giorni, nei discorsi tra i tifosi, si fa a gara a elencare i gol rimasti nella storia azzurra, vuoi per la bellezza o la spettacolarità, vuoi per importanza. Quello di Gabrielloni ne ha tutte le stimmate: primo, perché è stato un gol bellissimo, la quintessenza della spettacolarità, una rovesciata quasi impossibile per la posizione del corpo. Perché, vedete, ci sono le rovesciate annunciate e quelle improvvise. Ci sono quelle in cui sai già, qualche secondo prima dell’esecuzione, che il giocatore ci proverà, perché si inarcua in posizione di attesa, perché i difensori sono lontani, c’è lo spazio necessario, e tutto sembra fermarsi, come in sospeso, per aspettare quel colpo.

Magìa

Ma poi ci sono le rovesciate come quella di Ale: inattesa, perché pressato da due centimetri dal difensore, perché posto in maniera innaturale rispetto alla porta, coperto. Così che, quello di Gabrielloni, è sembrato un colpo del mago, il coniglio uscito dal cilindro, l’oggetto che sparisce dentro il foulard di Silvan, il materializzarsi di qualcosa di inatteso. Più che una rovesciata, quella di Gabrielloni è stata una magìa bella e buona. Segnata (e da qui l’importanza) durante la corsa verso la serie A, e a coronamento della carriera di un giocatore amatissimo ed entrato nella storia azzurra.

E a proposito di storia, molti di voi avranno sentito in queste ore paragonare la rovesciata di Gabrielloni a quella di Massimiliano Memmo in Como-Reggiana 2001, decisiva al 94’. Non per similitudine estetica, ma perché qualsiasi rovesciata a Como, da quel giorno è paragonata a quella dell’attaccante che conquistò la B in quel Como di Preziosi. Memmo oggi allena in Eccellenza a casa sua, dove si occupa anche di una azienda di famiglia.

Memmo

Allora, Memmo: si ricorda quel gol? «E come faccio a dimenticarlo? Ricordo tutto come fosse ieri. Io che mi alzo dalla panchina, Dominissini che si avvicina e mi dice “Oggi mi fai vincere la partita”. Io che entro e al 94’ segno l’1-0 nella nebbia. Cross di Bega, mi pare, io la stoppo con il ginocchio spalle alla porta, e la giro in rete. Fu bellissimo, soprattutto perché fu decisiva». E a Como ne parlano ancora: «Lo so. E mi fa immensamente piacere. Segnai quattro gol quell’anno. E feci cambiare idea alla gente, che nei primi sei mesi dell’anno precedente non mi apprezzava molto. E poi quando sei in una squadra che conquista la promozione, è tutto bello».

Ha visto il gol di Gabrielloni? «Certo che l’ho visto, molto bello. Complimenti». C’è una foto che la ritrae fare una rovesciata in Como-Carrarese. Allora era un vizio... «Mi piaceva farle sin da bambino. Ma segnai solo quella volta contro al Reggiana. Con la Carrarese, mannaggia, andò fuori di poco...».

© RIPRODUZIONE RISERVATA