Il coraggio di Cesc e cinque punti in più dell’anno scorso

Dopo quattro giornate il Como è migliorato in tutte le voci

Un anno fa, dopo quattro giornate, il Como aveva due punti in classifica. Oggi ne ha sette. Aveva fatto tre gol e ne aveva subìti sette, oggi ne ha fatti cinque e ne ha presi tre.

Non tutto sta nei freddi numeri, certo, specialmente dopo solo quattro gare. Ma intanto teniamoceli e mettiamoli via, perchè sono il segno più tangibile della nuova dimensione della squadra di Fabregas. Insieme a un sacco di altri segnali, per esempio il fatto che sui cinque gol segnati ci siano già quattro firme diverse, tra cui quella di un difensore, Kempf, autore di una rete studiata, non arrivata per caso.

La vittoria di Firenze però ha detto soprattutto una cosa, al di là della perla di Addai. Ha tirato fuori la personalità e il coraggio della squadra, quello che forse non si era ancora visto in questo inizio di stagione. Non in questo modo, perlomeno. Era stato relativamente facile, giocando comunque una grande partita, battere la Lazio.

Ma decisamente più difficile affrontare il Bologna e il Genoa, partite in cui al Como era mancato quel guizzo in più. Con la Fiorentina c’è stato anche quello, soprattutto quello. La voglia non solo di eseguire bene il compito, ma di non accontentarsi solo del bel voto e degli applausi. Ed è stato questo il passo avanti più grande, è questa la differenza tra una buona squadra, e una squadra eccellente, vincente.

Alla base, certo, c’è il coraggio di Fabregas. Che ha proposto una squadra inizialmente un po’ sorprendente, lasciando in panchina sia Da Cunha che Caqueret per esempio, e che in corsa ha saputo aggiustarla nella maniera migliore. Guarda caso, però, non toccando il duo di centrocampo, e alla fine ha avuto pienamente ragione, dimostrando che la scelta era quella giusta e che tutte le sue armi possano funzionare bene nel momento in cui la squadra entra nella lettura esatta della partita.

Notevole, e decisiva, piuttosto la scelta di cambiare i due esterni offensivi, Vojvoda troppo nervoso e Kuhn forse un po’ penalizzato anche dallo spostamento sulla sinistra. Due giocatori in altre occasioni efficacissimi, a Firenze un po’ meno in palla. Ed ecco servita anche la dimostrazione del perchè il mercato del Como si sia concentrato con grande attenzione su quei ruoli, assolutamente chiave nel gioco di Fabregas.

Chi va in trasferta dopo aver rimontato uno svantaggio, e al novantesimo ancora non si accontenta del punto e prova a vincere fino all’ultimo? La domenica prima si sussurrava che se la gara fosse continuata ancora un po’ forse il Genoa avrebbe segnato un altro gol. Ecco, sul Como non ci sono stati sussurri, il Como a Firenze lo ha fatto. E se il dubbio era che a questa squadra mancasse ancora un po’ di personalità, anche questo interrogativo è stato risolto.

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