(Foto di Cusa)
L’ex bomber Pruzzo, doppio ex della sfida di lunedì con la Roma
Chiamarlo doppio ex fa un po’ ridere. Roberto Pruzzo, il bomber della Roma, idolo della Curva Sud: forse nemmeno i suoi eterni fans della Capitale sanno che lui ha avuto un passato a Como. Ma non un passato banale.
Pruzzo è stato direttore sportivo degli azzurri nel campionato 2017-18 e 2018-19, quelli dopo il fallimento seguito ai disastri Essien, portato qui da Ninni Corda, e dunque sulla barca al momento della promozione in C di Banchini. Primo anno, quello della promozione sfumata all’ultima giornata, il secondo finito bene. Di più: è stato anche, quello, l’ultimo suo ruolo attivo nel calcio. E, per chiudere, anche l’inizio della avventura indonesiana a Como. Dunque, esperienza non certo comparabile a quella di Roma, ma viva nei suoi ricordi. Ce lo ricordiamo bene, fisso agli allenamenti, a guardare i dribbling di Camarlinghi («In allenamento fa tutto bene, sembra Maradona, poi in partita si eclissa»), silenzioso ma pronto a dire la sua, le partite in panchina, una volta espulso per aver aggredito verbalmente l’arbitro, un mese fuori. «Como è un ricordo speciale, molto bello. Due anni combattuti, pieni di adrenalina, due tornei risolti sul filo di lana, dunque emozionanti. L’ultima mia esperienza diretta nel calcio».
Lo portò Ninni Corda, saltò fuori a sorpresa il giorno della conferenza stampa di acquisizione del club da parte di Nicastro e Felleca, allo Yacht Club. Era stato a Savona con Corda ed erano rimasti in ottimi rapporti: «Lo sento ancora. Il merito di quel successo fu in gran parte suo. E sento anche Cau, bravo ragazzo». Quando centrò la promozione in C, era appena arrivata la società indonesiana: «Ma era impossibile accorgersi che eravamo di fronte a una cosa di questo genere. Troppo poco tempo assieme. Certo che hanno messo su una cosa davvero notevole».
Segue il Como da lontano: «Seguo il suo calcio molto bello, il coraggio di Fabregas che non arretra dalle sue idee, e quella meraviglia di Nico Paz, che sarebbe bello restasse a lungo nel calcio italiano». E Roma-Como? «Beh, non sarà una partita noiosa perché sono due squadre che giocano al calcio».
Si dice che sia alla Roma che al Como manchi un Pruzzo: «Mah, non lo so. Diciamo una banalità, ma credo che un buon finalizzatore alla fine sia utile per qualsiasi squadra. Siccome siamo arrivati a gennaio, il fatto è che non so se sul mercato sia disponibile un attaccante che ti cambi la stagione». Graziani alla Domenica Sportiva dice che alla Roma manca un Pruzzo o un Graziani: «Se lo ha detto Ciccio, allora non discuto: lui ha sempre ragione».
A Como Pruzzo è legato anche per un altro motivo. Segnò un gol molto bello in un Como-Roma, quello del 1981 82: «Sì, ricordo bene quella partita, è stato uno dei mie gol più belli, magari non di quelli più significativi, perché quella partita non contava molto, però fu bello, un dribbling sullo stretto, sin dentro l’area piccola a Giuliani». Un gol che mise la parola fine al campionato già compromesso degli azzurri che finirono in B. Cosa augura al Como? «Di trattenere Fabregas qualche anno, per salire ancora più in alto».
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