La profezia, Del Piero e il suo Subbuteo: tutto su San Gabrielloni

La sorella Marta racconta il fratello “segreto”

Con i protagonisti sempre meno disponibili alle interviste (per politica della società: i giocatori devono parlare il meno possibile), per fortuna che ci pensano ogni tanto i familiari a regalare qualche chicca, qualche sfumatura sugli eroi azzurri. Come è successo ieri con Marta Gabrielloni che ha concesso una lunga intervista a Daniele Bertocci di Lanotiziasportiva.com. Raccontando angoli nascosti e curiosità legate al giocatore più amato del como. Marta fa l’insegnante, è di Jesi e ha avuto Ale come tetsimone al suo matrimonio. «Siamo una famiglia molto numerosa, con quattro fratelli maschi - ha raccontato -. Il pallone è stato sempre di casa, da decenni andiamo a vedere le partite dei fratelli, seguendo notiziari e canali sportivi. In altri termini abbiamo sempre respirato il calcio all’interno del nostro nucleo familiare. E il pallone è stato sempre nel dna di Alessandro. Pensate che, quando era piccolino, era nato con un piedino un po’ più all’interno. Dunque doveva essere corretto con un gessetto. Ma lui, sì e no che camminava, già voleva la palla. La voleva sempre e comunque. Avevamo il Subbuteo e lui al posto dei giocatori del Subbuteo, spesso prendeva le macchinette. Anche con queste faceva finta di fare una partita di calcio. Quanti ricordi!».

Divertente il ricordo di una premonizione, non ancora avverata, ma che insomma, potrebbe avvicinarsi: «Da piccolissimi siamo stati a vedere una partita della Juventus. E un innocente Ale disse a mamma: guarda mamma, tanto io in questo stadio prima o poi ci giocherò. Con o contro, ma ci giocherò» Le altre esperienze : «A Taranto venne apprezzato tantissimo. Gli avevano perfino realizzato un santino. Lì si festeggia San Gabriele. E per celebrarlo fecero San Gabrielloni. Gli avevano perfino realizzato un santino».

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