Lo dicono i numeri. Como, è una difesa da big

Calcio Dato in controtendenza rispetto al passato. Cinque reti subite adesso contro le undici del 2024

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Una difesa da grande. Per stare più avanti bisogna essere più forti dietro, è una delle leggi eterne del calcio. Perchè se è vero che il “primo non prenderle” è un detto che non va più di moda, è altrettanto vero che anche nei tempi moderni alla fine vince chi prende meno gol. Ed è in questo che il Como sta eccellendo rispetto alla partenza del campionato scorso. In cui troppo spesso si sono prese reti evitabili, problema che è spesso costato caro a Fabregas e ai suoi ragazzi.

Oggi in questo senso è un’altra vita: dopo sei giornate l’anno scorso il Como aveva la penultima difesa del campionato, oggi è la terza miglior difesa. Cinque i gol presi oggi, undici un anno fa in questo stesso momento della stagione. Un abisso. Che pesa più dei gol segnati, che un anno fa erano di più – nove contro i sette di oggi – ma che non davano altrettanta soddisfazione.

L’andamento

Intendiamoci, il Como di un anno fa aveva un solo punto in meno rispetto a quello di oggi. Era decimo, oggi è ottavo, ma è addirittura più distante dal primo posto rispetto alla scorsa stagione: Napoli e Roma oggi sono in testa a quindici, l’anno scorso il Napoli dopo sei giornate era in testa a tredici. Ogni campionato ha il suo andamento, e questo rispetto all’anno scorso per certi versi è già più definito, sia verso l’alto che verso il basso, con il solito mischione ancora tutto da capire nella parte centrale, in cui però il Como sta in alto.

Ma queste prime giornate hanno detto che il Como è una delle squadre più difficili da battere. Una sola sconfitta in sei giornate, come le capolista Napoli e Roma e come il Milan, le prime tre squadre della classifica. E questo grazie soprattutto alla compattezza maggiore, a una più forte solidità difensiva oltre che alle qualità individuali dei difensori. Doti che si sono apprezzate bene anche con l’Atalanta.

C’è anche un altro particolare da sottolineare: l’anno scorso il Como partì con incertezze riguardo al portiere titolare, prima Audero che non convinse, poi Reina che sarebbe ingeneroso definire un ripiego ma che di fatto fu in qualche modo una scelta di transizione sinchè non si arrivò a gennaio all’ingaggio di Butez.

Incertezze che il Como ha pagato, anche se i troppi gol subìti non avevano certamente un solo colpevole, ma erano piuttosto figli dei lavori in corso nella costruzione della fisionomia della squadra. Si dovette arrivare praticamente sino alla fine del girone di andata per riuscire a non prendere almeno un gol, a metà dicembre nella partita casalinga con la Roma.

Un solo clean sheet

Oggi la porta è rimasta inviolata una sola volta in sei partite, alla prima giornata con la Lazio. Ma è comunque già successo, e le altre volte non si è mai preso più di un gol. Un bel passo avanti.

Il più importante tra tutti quelli che ci si poteva auspicare. La Juve, prossima avversaria del Como, ha preso lo stesso numero di gol: sarebbe stato impensabile un anno fa presentarsi a una partita del genere con un dato simile.

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