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Sabato 09 Agosto 2025
Morata, il Como si regala un campione
Calcio Il capitano della Spagna è senza dubbio uno dei giocatori più prestigiosi mai arrivati in riva al lago. Non ha disputato una sola stagione nella sua carriera senza che la sua squadra del momento giocasse in Champions
COMO
Se di colonia spagnola nel Como si può parlare, nessuno potrebbe essere più rappresentativo di Alvaro Morata. Che delle Furie Rosse è il capitano, e tra i giocatori che ancora fanno parte della Nazionale iberica è quello con più presenze, 86, nonché con più gol all’attivo, 37.
Insieme a Cesc Fabregas, Morata è uno dei giocatori più prestigiosi mai arrivati nel Como. Con una differenza fondamentale: Fabregas è arrivato qui a 35 anni con la dichiarata intenzione di chiudere in poco tempo la sua carriera per dedicarsi a quello che sta facendo, Morata ha tre anni di meno, è ancora proiettato esclusivamente sulla sua carriera di calciatore, e tra i suoi obiettivi c’è quello di guidare tra qualche mese la sua Nazionale ai Mondiali, in campo.
La componente umana
Mettiamocene poi anche un’altra di differenza. Ovvero che Morata ha scelto Como perché sa di potersi allenare con Fabregas, che lo ha fortemente voluto. E non solo per amicizia, ma anche perché - altro aspetto fondamentale - Cesc sa di potersi affidare a un giocatore esperto in mezzo a tanti giovani, e che a differenza di buona parte della sua rosa conosce già molto bene la serie A italiana, anche quella ad alti livelli. In cui Morata ha vinto due scudetti e non solo.
In più, si parla di un giocatore che non ha disputato una sola stagione nella sua carriera senza che la sua squadra del momento giocasse in Champions League, e non da comparsa.
C’è indubbiamente una componente umana importante in questa scelta. Lo spogliatoio ha perso qualche figura leader, giocatori come Reina o anche lo stesso Iovine, ultratrentenni, citati spesso come fondamentali nelle dinamiche interne. E in piena sintonia con il pensiero di Fabregas. Uno così serve tanto per il tipo di campionato che il Como vuole affrontare, per tenere a freno gli entusiasmi eccessivi, per tenere su il morale nei momenti di difficoltà. E il capitano di una delle Nazionali più importanti del mondo queste doti deve averle per forza.
Continuità
Non arriva dalla sua stagione migliore, ma c’entra anche il fatto che per il Milan in generale non è stata una grande annata: e lui in rossonero non si è trovato benissimo, lo ha anche fatto capire apertamente quando ha scelto a metà campionato di trasferirsi in Turchia. Sedici presenze e 5 gol in campionato, 7 gare e una rete in Champions League con i rossoneri. Meglio nel Galatasaray con 16 presenze tra campionato e Coppe e 7 reti totali, vincendo sia campionato che Coppa di Turchia.
Ma nelle annate appena precedenti, all’Atletico Madrid, i gol sono stati 28 in due stagioni di Liga e 9 nelle Coppe. E parliamo solo di un anno fa, quando Morata alzò anche la Coppa di Campione d’Europa con la sua Nazionale.
Proprio nel 2023-24 eguagliò il suo numero massimo di reti in campionato, 15, quanti ne fece con la maglia del Real nel 2016-17, vincendo il titolo spagnolo e la sua seconda Champions League. Nel suo cammino, cominciato subito ad alti livelli - in prima squadra con il Real esordì a 18 anni -, c’è sempre stata continuità.
Insomma, parliamoci chiaro, il Como si è regalato un campione. Non del futuro ma del presente.
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