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Mercoledì 23 Luglio 2025
«Nel futuro del Como squadra d’italiani e una curva gratis»
Il presidente Suwarso: «Modello Fortuna Düsseldorf: funziona. Aumenti dei biglietti inevitabili»
È il via della stagione. Con la Como Cup si apre il sipario sul nuovo capitolo del Como indonesiano, pronto per scrivere cose inenarrabili sui libri di storia. Lo sta già facendo, segnatamente questa estate: il Como non è mai stato “questa cosa qui”. Titoloni sui giornali, servizi tv, il presidente al Tg1. Incontriamo Mirwan Suwarso allo stadio, uno stadio che si sta facendo bello per l’evento che parte oggi con Como-Al Alhi e che nella mente del presidente azzurro è qualcosa di molto diverso e molto più importante di un semplice torneo estivo. Mentre il Celtic è già all’Hilton, l’Ajax a Novarello e l’Al Alhi a Monza.
Due convenevoli, un giro delle nuove sale hospitality, poi ci si accomoda nel grande salone dei trofei, dove domina ancora l’antico tavolone in legno. Ma ancora per poco: anche qui niente più pranzi, ma sale meeting a disposizione di facoltosi clienti. Ed è mostrandoci quelle sale che arriva, inattesa, la bomba di giornata. “Vedete queste sale? Sono alla base di un progetto”.
Quale?
Tramite l’arricchimento del pacchetto dedicato alle aziende e alle sale vip, presto potremo cominciare a far calare il livello dei biglietti più popolari. L’obiettivo in tre anni è consentire di accedere alla curva gratis per i cittadini di Como.
Scusi? Abbiamo capito bene?
Sì, benissimo. C’è anche un modello, andatevelo a studiare, quello del Fortuna Dusserdorlf in Germania. La squadra gioca in Seconda divisione e ha creato “Fortuna fur alles”, Fortuna per tutti. Lanciato nel 2023, punta a offrire le partite gratuitamente ai tifosi del Fortuna. Ma per arrivarci dobbiamo lavorare nell’auto sostentamento. Queste sale vip e anche altre iniziative sono legate a questo progetto.
Clamoroso.
Ma fattibile.
Qual è il percorso?
Non abbiamo uno stadio da 80mila tifosi, dobbiamo farci venire delle idee. La Como Cup è una di queste. Concentrare attenzione su di noi, cercare eventuali investitori, generare profitto.
La Como Cup è una sua creatura.
Ci teniamo molto. Questo è un progetto pilota. Un embrione, che poi dovrà essere sviluppato. Abbiamo avuto poco tempo per lanciarlo. L’idea è questa: quando vengono i turisti a Como? In estate. Ma sfortunatamente in questi mesi siamo fermi. C’era la necessità di veicolare l’attenzione dei turisti sul Calcio Como. Così abbiamo pensato a un torneo di livello che potesse generare interesse. Per noi è un test, produrremo noi la trasmissione delle partite con Como tv, abbiamo venduto il pacchetto delle dirette a 25 televisioni straniere, tra cui c’è l’americana Cbs.
Avete aperto uno store apposito.
Ai portici Plinio, resterà aperto sino a dicembre.
Arriveranno molti vip?
Abbiamo avuto richieste di uomini di affari, personaggi che potrebbero essere interessati a investire qui. Magari poi c’è qualche rapper giovane, ma io non li conosco… (ride, ndr)
Eppure c’è un cruccio.
Quale?
Stadio vuoto contro il Lille. Nel giorno dell’ipotetico abbraccio alla squadra non è sembrato un po’ strano? Avete sbagliato qualcosa?
E’ come nel campionato: magari perdi la prima partita, puoi arrivare a perderne anche cinque di fila, ma l’obiettivo resta quello. Questa prima stagione di partite estive a Como serve tararsi e migliorare. Poi la gente è in ferie, e alle amichevoli estive che si fanno in montagna, per esempio, non è che ci siano ventimila persone.
Perché la strategia prosegue?
Se dobbiamo spendere dei soldi per andare via, meglio spenderli per restare qui e invitare a spese nostre club importanti, cosa che attira anche turismo sulla città.
Sulle manifestazioni collaterali cosa dice? I cantanti li ha scelti lei?
No, abbiamo uno staff. Ma voglio dire una cosa per far capire il progetto. La Como Cup punta a diventare un festival come c’è il World Economic Forum a Davos. Mi immagino musica nelle piazze di Como, a Villa Geno o a Piazzza Volta, e forum e dibattiti con la partecipazione di personaggi tipo Zuckenberg o Bezos. Questo è un numero zero. Avremo un anno per lanciare la seconda edizione. Gli chef stellati? Quest’anno una cosa ridotta a Villa Carminati, ma anche quello è un aspetto che mi piacerebbe arrivasse a tutta la città. Intanto abbiamo messo un’area giochi in Piazza Cavour.
Abbiamo visto le panchine per i vip.
Una nuova soluzione per creare experience.
Il rincaro degli abbonamenti non è banale.
Ripeto, non abbiamo uno stadio da 80mila spettatori, un sacrificio è necessario e credo che siano prezzi in linea con lo spettacolo che offriamo. In attesa del progetto Fortuna.
Parliamo della squadra.
Prego.
Il mercato a che punto è?
Cerchiamo un secondo portiere, un difensore centrale e un attaccante, che potrebbe-dovrebbe essere Morata. La situazione è ancora bloccata, speriamo si sblocchi.
Obiettivi?
Migliorare.
Sì, buonanotte: vi danno già tutti in Europa…
Ci sono Inter, Milan, Juventus, Napoli, Roma, Atalanta, Lazio, Bologna e Fiorentina. Dovremmo arrivare davanti a due o tre di queste squadre. Non facile, eh? Inutile prevederlo a parole. Siamo ambiziosi, ma piano piano. Però è una bella squadra…
Fabregas come sta?
Molto focalizzato. Uff, dura parlargli in questo periodo. Molto concentrato. Crede molto nel progetto, lavora per l’obiettivo. E’ motivato. Molto.
Ci svela un sogno?
Non è un sogno, ma un progetto. Stiamo facendo un mercato importante per la Primavera. Abbiamo preso Bonsignori dall’Atalanta e Pisati dal Milan, e credo che ne arriveranno altri tre che giocano nelle nazionali giovanili. Il nostro progetto è che nel giro di pochi anni alcuni prodotti del settore giovanile comincino a giocare in prima squadra e in futuro sarebbe bellissimo che la prima squadra giocasse solo con calciatori italiani. Non è una cosa che si fa dall’oggi al domani. Ma il nostro progetto è partito.
Che ci faceva la moglie di Messi al Sinigaglia?
La famiglia Messi è molto amica della famiglia Fabregas, spesso fanno le vacanze insieme. Non ci vedo nulla di strano.
Magari dirà due paroline al marito, su Como…
Sarebbe divertente. Ma non ci stiamo lavorando.
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