«Nessuno ci tocchi Borgo gol»

Il caso La risposta de Pesi Massimi alla richiesta della famiglia di non utilizzare più il suo nome

Como

Soprattutto sconcerto. Poi rabbia, delusione, tristezza anche. Ma soprattutto sconcerto. Il sentimento dominante in città alla notizia che la famiglia Borgonovo ha intimato al noto gruppo di tifosi “Pesi Massimi” di non utilizzare più il nome del giocatore, sia per il famoso Trofeo a lui dedicato, sia per il materiale prodotto. «Ma perché?», si chiede la gente.

E perché se lo chiedono anche i diretti interessati. Cioè i Pesi Massimi, che da anni, tramite mille iniziative, si sono battuti per tenere in vita il ricordo di uno dei giocatori più amati, la cui drammatica vicenda non ha fatto altro che aumentarne il mito. Anche se non ce n’era bisogno. I Pesi ieri hanno pubblicato sulla loro pagina Facebook un lungo comunicato che esprime tutta la sorpresa e lo sconcerto per l’iniziativa intrapresa (tramite lettera di un avvocato) sul tema. Già questo, una prima spina: «Dopo tutto quello che abbiamo fatto, magari non era meglio una telefonata? Un approccio diverso? Davvero non capiamo». E poi: «Tanto per essere chiari, noi sul nome di Stefano non ci abbiamo guadagnato mai una lira. Ammesso che le ragioni stiano lì». Il comunicato, dunque (che trovate integralmente qui a fianco). Una introduzione sulle dimensioni del personaggio, poi l’elenco di tutte le iniziative fatte per ricordarlo, serate, striscioni, partite, sino al famoso Trofeo assegnato al giocatore più votato dai tifosi partita per partita.

Infine l’affondo: «La scorsa settimana abbiamo ricevuto una missiva da uno studio legale di Mariano Comense. Nello scritto, dopo aver lodato l’impegno da noi profuso per la memoria di Stefano Borgonovo, la moglie ed i figli di Stefano, di cui l’avvocato è portavoce e rappresentante, ci intima di “cessare ogni e qualsiasi utilizzo del nome Stefano Borgonovo sia nella denominazione del trofeo, sia in ogni materiale pubblicitario, comunicativo o promozionale, anche da siti web e social media”. Potrete immaginare il nostro sconcerto nel leggere questa lettera. Noi che abbiamo onorato in ogni frangente il nome di Stefano Borgonovo, noi che abbiamo sfruttato si il suo nome, come volano delle grandi feste che hanno riunito negli anni i tifosi lariani senza il minimo scopo di lucro, noi che abbiamo sempre pensato che la sua altezza morale e umana potesse essere esempio per le nuove generazioni di tifosi e non, crediamo di non esserci meritati un simile trattamento». Un particolare: «La nostra richiesta di un incontro alla signora Chantal Guigard in Borgonovo è stata respinta, altre spiegazioni non ce ne daranno…»

La conclusione «Si scordino di scippare ai tifosi del Como il trofeo che fino alla scorsa stagione è stato dedicato al numero nove più rappresentativo della nostra storia, certamente saremo costretti a cambiarne il nome ma i valori che quell’uomo ci ha donato resteranno per sempre nella memoria dei tifosi di vecchia data e nei loro racconti alle nuove generazioni di simpatizzanti. Potrete toglierci il,suo nome, ma Stefano non ce lo toglierete mai». La cosa non finisce qui, il gruppo si affiderà a un legale per capire i margini della vicenda. Si può vietare di associare il nome di un giocatore a un trofeo? Intanto, siccome di parla di tifosi, non mancheranno manifestazioni anche allo stadio. Scommettiamo? È comparso poi un post della nipote di Stefano, Simona, che appoggia i diritti dei tifosi.

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