
(Foto di Cusa)
Le meraviglie in campionato del gioiello argentino del Como
La galleria delle meraviglie si amplia. Dal Museo di Como toccherà spostarci agli Uffizi. Nico Paz ha ricominciato a sfornare perle. Dopo una piccola pausa nel finale dello scorso campionato, ha ripreso a vergare opere d’arte a ripetizione. Tre magìe da urlo nelle prime tre partite di quest’anno. Tre cose da cineteca: l’assist a Douvikas con la Lazio, il gol su punizione sempre ai biancocelesti e la rete contro il Genoa lunedì sera. E tre promemoria per ricordarci che non stiamo assistendo a qualcosa di normale. Per ricordarci che abbiamo la fortuna di vedere tutte le volte che andiamo allo stadio, in azione un meraviglioso putto del calcio, destinato a diventare un grande assoluto. Rischiamo di abituarci, e invece no. E’ sbagliato. Ogni volta dobbiamo ricordarci che stiamo andando a uno spettacolo con lui primattore. Che un giorno non ci sarà più. Molto presto, tra l'altro, perché è opinione comune che il Real Madrid se lo riprenderà a fine stagione (qualcuno trema per gennaio).
Paz si è ripresentato al via del campionato, cambiato in due aspetti: la corporatura e il taglio di capelli. Il secondo ininfluente, ma non del tutto folkloristico. Via il ciuffo davanti alla testa che va tanto di moda tra i giovani, e una riga in mezzo più da attore navigato. Come se l’appuntamento con la ribalta internazionale necessitasse di un aspetto da adulto e non da ragazzino con gli occhi nascosti da un ciuffo disordinato. Ma è sulla corporatura che va posta l’attenzione. Nico deve aver lavorato parecchio sulla muscolatura, e adesso è più forte, meno esile, più robusto, le gambe più potenti, struttura più adatta. Probabilmente i compiti a casa dati per le vacanze dalle staff azzurro. Nico ha segnato sei gol lo scorso anno e due quest’anno.
Li abbiamo messi in classifica per bellezza e difficoltà: il più bello con il Genoa lunedì, per come si è liberato e come ha calciato a incrociare. Poi c’è la punizione con la Lazio, con una traiettoria da playstation. Il gol alla Fiorentina dello scorso anno con palombella magica. Poi ci metteremmo il movimento a incrociare al Parma dello scorso anno, il colpo da biliardo palo-gol con il Lecce, la conclusione forte e potente con l’Atalanta. Mentre non si può parlare di perle per i due tap-in con Udinese e Roma. Ma la sua genialità si vede soprattutto negli assist. Già leggendari. Sul podio vanno quello a Douvikas con la Lazio dopo magie a ripetizione per liberarsi, quello di Lecce a Diao dopo tacco e scavetto in mezzo al campo, e per il podio se la giocano quello a Diao con il Napoli, a Cutrone con il Verona e a Patrick con il Cagliari. Poi ci sono i due uguali a Da Cunha, a Genova e a San Siro, palla indietro intelligente per la conclusione. E quello a Fadera a Bergamo. La galleria si arricchirà di altre opere d’arte. Mettiamoci comodi, riparte lo spettacolo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA