Pesi Massimi da 10. Storia incredibile di tifo e solidarietà

Calcio Il racconto del leader Giummo e di un gruppo di sostenitori del Como molto speciale: «Il calcio è un motore potente per fare del bene»

Questa è un storia che spiega una cosa: e cioè che il calcio in Italia non è uno sport, ma qualcosa di più profondo dove le tifoserie sono l’elemento fondamentale su cui tutto si basa. Altro che giocatori, contratti, business e mercenari. Qui si scrivono storie di vita. Legami forti. Storie indelebili. Sabato scorso i Pesi Massimi hanno celebrato i dieci anni di vita al Bar Dalì di Montano, con una mega festa cui hanno partecipato più o meno 600 persone, dalle 12 a mezzanotte, con vip assortiti che non hanno voluto mancare, dal sindaco Rapinese al ministro per le disabilità Locatelli, dal sindaco di Olgiate Moretti a quello di Montano Introzzi, da Ludi e Roberts del Calcio Como agli ex Gattuso e Ardito.

E c’era, sì, da festeggiare per un club, nato nel marzo del 2014, che in dieci anni ha ottenuto due evidenti risultati: tracciare un filo conduttore che facesse da collante tra vecchi e nuovi volti del tifo azzurro, dettare una sorta di continuità sugli spalti; e scrivere una storia importante nel campo della beneficenza, con oltre 150mila euro raccolti solo per l’Associazione “Quelli che con Luca” più altre mille iniziative.

Tifo

Partiamo dal tifo. Racconta tutto Alessandro Giummo, il leader: «Nel 2013, alcuni di noi con esperienze di curva nella Fossa Lariana, si sono trovati a vedere le partite i tribuna e a lavorare per il Centro Coordinamento. Siamo noi che abbiamo fatto la scritta gigante COMO nei distinti. Poi uno dei nostri, che è di Pavia, arrivò con lo striscione “Pesi Massimi”, riferito alla... stazza di molti di noi, con Obelix come simbolo. E allora abbiamo esposto lo striscione in tribuna e siamo riusciti a coagulare tifo anche in un settore storicamente silente».

Coreografie e battimani: «Ne abbiamo fatte tante, come la coreografia nel derby, quella del “A voi chi vi conosce?”, il bandierone con il selfie gigante e altre goliardate, come quella volta che non fecero entrare uno striscione e facemmo un fotomontaggio inserendolo nella foto di noi che reggevamo uno striscione fantasma». Ora sono nei distinti: «Sì. Abbiamo una bella collaborazione con la curva. Ragazzi giovani che stanno guidando numeri importanti, come ai tempi gloriosi. Non è facile, ma il movimento sta crescendo. E noi siamo sempre lì, a disposizione a dare una mano». E’ bello adesso tifare Como... «Sì, sembra di essere tornati indietro nel tempo. Beh, ora ci aspettiamo la A e uno stadio nuovo. Adesso o mai più».

Beneficenza

Ma ancora più incredibile è la storia legata alla beneficenza: «Tutto è nato quando mio figlio Thomas si ammalò di leucemia (ora sta bene, ndr). Siamo entrati in contatto con Andrea Ciccioni di “Quelli che con Luca” e abbiamo deciso si sostenere la causa. Abbiamo visto cose che mai avremmo immaginato. Abbiamo raccolto cifre importanti grazie alla vendita di materiale,ma anche e soprattutto a donazioni volontarie. Abbiamo capito che il calcio può fare del bene e smuove i cuori come nient’altro. Abbiamo spalato per gli alluvionati, fatto trasferte virtuali per raccogliere fondi durante il Covid, donato camici e mascherine, organizzato giornate per i bambini malati, messo in piedi situazioni come l’ultima cazzuola benefica. E faremo ancora tanto». Auguri Pesi. Qui c’è bisogno d voi.

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