«Piacere, Sala. Voglio la serie A a Como»

Calcio Alla scoperta dell’esterno sinistro rilanciato dal modulo di Fabregas: «Ci chiede di dominare il gioco»

Sembrava difficile, per come era partito il campionato del Como, che sulla fascia sinistra potesse esserci molta concorrenza. Ioannou aveva cominciato benissimo, e per Marco Sala lo spazio è rimasto chiuso a lungo. Tanta panchina, qualche spezzone poco significativo.

Ma appena ha potuto avere un po’ di spazio in più e il ventiquattrenne difensore di Rho ha dimostrato di essere ben di più di un semplice rincalzo. La sua storia, del resto, parla chiaro. Più di cento partite in serie B, moltissime da titolare.

Cresciuto nel vivaio dell’Inter

Cresciuto nel vivaio dell’Inter dagli otto anni fino alla Primavera, Sala è sempre stato un elemento importante nelle sue squadre: l’Arezzo in C, e poi dopo essere stato acquistato dal Sassuolo, quattro anni in prestito in B con Entella, Spal, Crotone e Palermo. Ma anche una corposa esperienza con le Nazionali giovanili tra cui la partecipazione da titolare agli Europei con l’Under 21.

«Ho cambiato tante squadre restando sempre legato a club di serie A, ma non ci ho mai giocato. È uno dei motivi per cui ho scelto Como, perché viste le ambizioni di questo club potrebbe essere questa la strada per arrivarci», racconta. Il suo girovagare per diverse squadre gli ha insegnato l’abitudine a cambiare, allenatori, compagni, modi di giocare, «e questo mi sta aiutando anche ora, con il cambio di allenatore. Mister Fabregas ci chiede di dominare più il gioco, di avere più controllo della palla e degli spazi, con Longo facevamo un gioco più fisico, più verticale, più incentrato sull’uno contro uno. Siamo ancora all’inizio, ma potrebbe veramente nascere qualcosa di bello, del resto per ora i risultati sono arrivati».

A Brescia no, «ma soprattutto nel secondo tempo credo che si sia visto tanto di buono. E più che i gol presi credo vadano valutate le occasioni concesse, sicuramente abbiamo difeso meglio che contro il Modena, anche se lì abbiamo vinto».

C’è molto ottimismo nelle parole di Sala, «anche perché per ora il tempo di concentrarsi pienamente sul lavoro è stato poco, con tante partite da giocare ci sono state tante sedute di recupero o finalizzate alla preparazione specifica della gara più che su noi stessi. Ogni partita però proviamo a mettere dentro qualcosa di nuovo. Lavorare con un personaggio carismatico come Fabregas è bello perché è facile seguirlo e fidarsi dei suoi consigli».

E lui è stata una delle novità di quest’ultimo periodo, apprezzato anche per il suo contributo in fase offensiva. «Da ragazzino giocavo anche più avanti, ma il mio ruolo giusto è questo. Del resto il difensore moderno deve avere anche queste caratteristiche offensive, riempire l’area avversaria, come ci chiede del resto il mister. Anche se devo migliorarmi in fase di finalizzazione, perché mi piacerebbe poter segnare un po’ di più».

«Stavolta dobbiamo vincere»

Sabato c’è il Palermo, la sua ex squadra. «E nelle partite giocate da ex sono sempre uscito soddisfatto dal campo. Loro sono una squadra forte, partita con l’obiettivo di andare in serie A, anche se hanno inizialmente avuto qualche difficoltà. Sono una piazza di un’altra categoria, su questo non c’è dubbio, e vuol dire tanto. Dobbiamo stare attenti alle loro qualità individuali, e al fatto che per loro la partita non è mai finita, hanno segnato tanti gol negli ultimi minuti. Ma questo vale un po’ anche per noi. E noi stavolta dobbiamo vincere».

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