Pioli sfida Fabregas e aspetta una rete di Kean

Primo confronto tra i due tecnici. La Fiorentina alla ricerca di certezze in attacco

Sarà una prima volta, quella che domani sera vedrà sfidarsi sulle rispettive panchine Pioli e Fabregas, mai fin ad ora a confronto sul campo. Due che ne sanno di palloni, diversi sì, ma accomunati da un’idea di calcio in continua evoluzione, sempre alla ricerca di nuove strategie e soluzioni. Avevano già fatto parlare del loro rapporto di stima nel gennaio 2025, quando Cesc, ai tempi agli inizi della sua carriera, aveva invitato l’attuale tecnico viola a cena per scambiarsi idee e consigli: chissà se queste potranno tornargli utili già domani.

Di certo, da quel giorno ne sono cambiate di cose. Il Como ha una dimensione nuova, arriva a Firenze con la responsabilità di giocarsela e provare a vincere, a maggior ragione dopo la beffa nel finale contro il Genoa. La Fiorentina invece, rispetto al buon avvio dello scorso anno, sembra non aver ancora trovato la quadra in queste prime giornate, soprattutto per quanto riguarda la fase d’attacco.

Due le reti segnate fin ad ora dopo tre partite, così come i punti raccolti. Pioli si aspetta di più da Gudmundsson e soprattutto dal bomber Kean, che da inizio campionato non è ancora riuscito a tirare nello specchio della porta. Entrambi i giocatori viola nei giorni scorsi avevano avuto qualche strascico e così il tecnico della Fiorentina ne ha parlato in conferenza: «Moise sta meglio, ha fatto lavoro a parte ieri ma oggi ha lavorato al 100% con la squadra. Può giocare dall’inizio. Gud si sta allenando con il gruppo, non lo vedo al 100% ma sarà disponibile per giocare».

Domani dovrebbe essere dunque il turno di Fazzini, rinforzo estivo prelevato dall’Empoli che ha già all’attivo cinque presenze, per affiancare Kean e provare a far male al Como. Proprio sui lariani, Pioli ha parlato così: «Il Como ha messo in difficoltà tutte le squadre che ha affrontato. È una squadra molto ben allenata e ha tutte le soluzioni giuste: sa palleggiare, sa provocare la profondità, sa giocare fra le linee. Un gruppo evoluto per la qualità dei singoli, per la qualità dell’allenatore e per il fatto che gioca insieme da tempo. Dovremo essere attenti e quando avremo la palla essere più pericolosi e più dominanti».

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