Quel pizzico di Pepe sulla gara d’addio. Applausi per Iovine

Passerella per Reina che lascia il calcio. Titolare e capitano è espulso nel primo tempo

CALCIO

L’aveva detto, Cesc Fabregas. «Farò in modo che Pepe e Alessio possano godersi l’applauso di tutto il Sinigaglia». E così è stato. Per il suo ex compagno di Nazionale addirittura una maglia da titolare e la fascia da capitano.

È la passerella che Reina e Iovine (premiato a inizio gara da Suwarso e Ludi) si meritavano. Il primo, un solo anno in maglia azzurra e 42 sulla carta d’identità, per quel ruolo di chioccia che ha svolto fin dal primo giorno di ritiro. Lunga mano di Fabregas nello spogliatoio, ha avuto un ruolo fondamentale, mettendo a disposizione del gruppo la sua infinita esperienza e decriptando ai compagni i risvolti del pensiero del tecnico.

Tra i due c’è stato bisogno di poco. Complicità più o meno volontaria. Questione di sguardi, abitudine di calpestare prestigiosi palcoscenici. Avvezzi alla vittoria, figli di una mentalità che ha portato la Spagna in cima all’Europa e al mondo. Il saluto, in privato, della squadra, prima ancora dei tifosi, martedì scorso con una festa a sorpresa nella pancia del Sinigaglia, il luogo forse più iconico del suo passaggio sul Lario.

Ma c’è stata la macchia dell’esplusione per fallo da ultimo uomo su Taremi a fine primo tempo.

Identica bellezza per la favola di Alessio da Bregnano. Che il sogno Como lo coronò nell’estate 2019, serie C, dopo anni di gavetta e un’ultima esperienza alla Giana Erminio. È arrivato in punta di piedi, l’umiltà fatta a persona. Ha saputo mettersi a disposizione, s’è scoperto un tuttocampista e uomo spogliatoio.

Solo Alessandro Gabrielloni, dell’attuale rosa, ha messo a segno una promozione in più. Ma pure lui ha fatto il grande salto, arrivando a mettere piede in serie A. Un sogno realizzato. Ora, a 34 anni, chiude un cerchio. E, un po’ a sorpresa, l’altra mattina ha voluto dare l’addio al calcio. Con una sola grande certezza: rimanere a Como. In altro ruolo, ma altrettanto utile. Come ha saputo fare in queste stagioni. Finisce da capitano.

La sensibilità di Fabregas, ancora una volta, ha fatto la differenza. Ha trovato, il mister spagnolo, modi e tempi per celebrare le carriere di due calciatori che, anche nel ruolo di capitani non giocatori, sono state figure di riferimento.

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