Rabbia Di Francesco: «Per me era fallo, il rispetto non paga»

Al tecnico del Lecce non è andata giù l’azione del primo gol del Como: «Sì, mi sono lamentato»

L’episodio che ha cambiato la partita e ha fatto infuriare il Lecce è il gol di Nico Paz. Una rete che ha tagliato le gambe ai giallorossi e ha anche privato la squadra salentina della presenza a bordocampo del proprio allenatore Eusebio Di Francesco.

Anche dopo il match, il tecnico abruzzese è ripartito proprio dalla rete dell’argentino per spiegare il motivo della sua espulsione: «Spesso Rocchi mi ha fatto i complimenti per il mio modo di rispettare gli arbitri. Forse non prendevo un cartellino da dieci anni. Mi sono lamentato, dicendo che a volte essere rispettosi non paga. Noi pretendiamo rispetto, vogliamo essere guardati in maniera identica rispetto agli altri, vedo altri allenatori sbraitare, buttare giacche e quant’alto e mi girano le scatole ad essere espulso così. Per me sul gol c’era fallo. Contro la Lazio ci viene annullato un gol con l’avversario sfiorato, qui viene data una gomitata sul mento e non viene annullato. L’episodio cambia la partita. Poi noi nel secondo tempo siamo stati ingenui a prendere il secondo gol su calcio piazzato. Però il primo gol mi fa male. Non voglio dire che sia stata prevenuta, ma non c’era un gran rapporto con il quarto uomo».

Dopo il gol dello 0-1, però, non c’è stata una grande reazione da parte del Lecce e qui arrivano i demeriti del Lecce: «Nel primo tempo abbiamo messo il Como in difficoltà, c’è stato un momento in cui erano in affanno, pur esprimendo un calcio di qualità. Ovviamente quando fai 25 minuti di grande pressione la devi buttare dentro, il rimpianto è questo qua. Nel secondo tempo abbiamo buttato troppo la palla, in generale non abbiamo la qualità che hanno loro o altre squadre, ma ci sono piccole cose che sappiamo fare e che dobbiamo fare. Nel secondo tempo all’inizio la squadra ha fatto molto meglio del primo. Dopo il secondo gol la partita è un po’ finita. Quando crei tanto e non chiudi le occasioni le partite poi le perdi. Bisogna alzare l’attenzione sui particolari, come sul secondo gol preso. Il passivo è più passivo di quello che ha detto il campo».

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