
(Foto di Cusa)
Il tecnico del Como però mette in guardia sulla partita di domani con il Genoa: «Come il Bologna pressa a tutto campo»
Cesc Fabregas ritrova i suoi Nazionali. E, ammesso che le avesse mai perse, anche le sue certezze. I giocatori sono tornati senza infortuni dagli impegni internazionali. Chi è restato, ha migliorato la condizione.
E non solo, stando alle parole del tecnico spagnolo: «Ci siamo allenati bene, questa settimana è stata la migliore da quando alleno. Tutti con la faccia giusta, così come chiedo io».
Inoltre, il tecnico ha ottenuto il patentino Uefa Pro, necessario per allenare: «Ora potete chiamarmi “mister” – ha scherzato -: è stato un momento che mi ha emozionato e mi ha reso orgoglioso. Sono stati due anni di apprendimento costante. Sentivo che mancava qualcosa per la mia crescita: aver ottenuto il patentino in Italia, un paese che mi sta dando tanto, è davvero speciale».
Dopo due sole giornate, è arrivata la pausa. E, domani, è in programma il posticipo contro il Genoa: «Dico la verità, siamo stati fortunati. Avere un giorno in più ci permetterà di lavorare meglio».
Dall’altra parte, il Genoa di Patrick Vieira, suo ex compagno all’Arsenal. La scorsa stagione il confronto diretto in panchina al Sinigaglia non ci fu – il tecnico francese era squalificato – stavolta si potranno sfidare sul campo: «Il Genoa è una squadra che ha cambiato la linea d’attacco. Ha un centrocampo che mi piace e una difesa consolidata. Anche a loro non mancano i giocatori di qualità, come Carboni. Che partita mi aspetto? Molto simile a quella contro il Bologna, dal momento che il Genoa ama pressare a tutto campo».
Rispetto alla sfida al Dall’Ara, Fabregas si attende progressi. Soprattutto, una maggiore cura dei particolari: «Vorrei che ripetessimo l’ultima partita, con l’aggiunta del gol. Dobbiamo alzare il livello di qualità negli ultimi metri, facendo la differenza in quella zona del campo. Direi che con la qualità che abbiamo si può fare».
E, facendo un altro passo indietro, il tecnico sottolinea un punto: «A Bologna hanno pesato piccoli dettagli e si può migliorare molto in questo senso. Ma non dimentico i tanti aspetti positivi che ho visto. Se vinciamo e si gioca male lo dico, ma anche se si perde e si gioca bene. Non possiamo fare discorsi da bar: una partita va analizzata molto bene. Detto questo, spero nel solito Como propositivo e con la mentalità che piace a me e ai nostri tifosi».
Non sempre, in serie A, si prova a spingere sull’acceleratore per provare ad attaccare sempre: «Non giudico: ognuno vede il calcio alla propria maniera. Io credo che serva convincere i giocatori di quello che si fa. Credo che la serie A abbia alzato il livello, grazie ai tanti giocatori di qualità che sono arrivati in estate. Tutti, tranne il Sassuolo, hanno conquistato punti in classifica, tutti sono competitivi. Poi, ovviamente, la differenza la fa la qualità. Si gioca mediamente poco in Italia? Noi siamo le squadre che giocano per più minuti: in futuro credo che il calcio si adeguerà al tempo effettivo».
Ancora - per un mesetto – senza Van der Brempt e Diao, Fabregas sembra non voler lasciarsi andare in troppe scelte nuove: «Ai giocatori va lasciato il tempo di ambientarsi, di entrare nel sistema. Baturina è giovane, non c’entra il fatto che l’abbiamo pagato 17 milioni. Posch e Carlos stanno bene, anche se il brasiliano è dovuto tornare in Turchia due giorni per questioni burocratiche. A destra? Kuhn e Addai hanno chance di giocare, li ho visti bene contro il Mantova».
Sembra ancora rinviato il debutto dal 1’ di Morata: «La sua condizione la conosce solo lui esattamente, ma secondo me sta bene. Avrà anche lui il suo momento, che arriva per tutti. Douvikas? È carichissimo: non ha giocato in Nazionale ed è arrabbiato. Lui è già nell’ingranaggio, sa cosa deve fare».
Passaggio su Cerri, reintegrato in rosa dopo la mancata cessione: «Si deve solo ritrovare in una dinamica di gruppo. Lui rappresenta tanto per il Como: solo averlo nello spogliatoio, per me è un valore aggiunto».
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