Strefezza, il genio che Inzaghi scartò. Era troppo basso

Calcio Alla scoperta del nuovo fantasista del Como. A Lecce era “Gabri Maravilha”, per tutti gli altri “Espeto”

Genio di sicuro, ma sregolatezza non si direbbe. Gabriel Strefezza, anzi, appare un ragazzo tutto calcio e famiglia, nonostante la sua ancora giovane età. Gabri Maravilha, così lo chiamavano a Lecce, i suoi magici piedi li ha ben piantati per terra. Con tenacia si è conquistato un posto nel calcio professionistico, passando anche attraverso qualche no.

Un metro e sessantotto

È troppo basso, dicevano. Effettivamente quel metro e sessantotto negli ultimi decenni è stata una misura consentita solo a gente come Maradona o a Messi. Argentini, non brasiliani come lui. Che però come loro nelle vene ha tracce di italianità. I suoi bisnonni, sia paterni che materni, erano italiani, siciliani della provincia di Caltanissetta. Tanto che lui possiede il doppio passaporto. E proprio dalla Sicilia, da un provino con il Palermo, cominciò la sua ricerca di un posto al sole nel calcio italiano; quel baricentro basso gli costò un paio di bocciature – proprio al Palermo, e poi alla Lazio dove pare che proprio Simone Inzaghi (l’attuale tecnico dell’Inter) l’abbia rifiutato per questioni di altezza – ma alla fine è diventato la sua forza.

Lo capirono alla Spal, dove l’attuale direttore tecnico del Torino Davide Vagnati intravide nel giovane Gabriel qualità fuori dal comune. A 19 anni Strefezza diventa un giocatore italiano.

E un giovanissimo padre, perché al suo fianco in Italia è arrivata anche Larissa, la ragazza conosciuta quando entrambi erano poco più che bambini e lui cominciava la sua carriera nelle giovanili del Corinthians. Ora hanno due bimbe, entrambe “italiane”, una nata a Ferrara e l’altra tre anni fa a Lecce.

Ed è a loro, alla sua famiglia, che Gabriel dedica le sue attenzioni sui social. Oltre che al calcio, ovviamente. Una vita solida, niente bravate, e anche una certa correttezza in campo. Mai preso un cartellino rosso da professionista, se non un paio di volte per doppia ammonizione.

Del resto era stato scelto come capitano del Lecce, proprio quest’anno. E per la tifoseria giallorossa era un simbolo: la sua partenza dalla Puglia, che per certi versi è ancora un po’ inspiegabile anche se ultimamente veniva impiegato un po’ meno, ha suscitato una forte indignazione da parte della maggioranza dei tifosi leccesi.

Che in parte accusano la società di aver voluto lucrare sul giocatore: effettivamente, a quanto pare, il Lecce lo acquistò a circa 500 mila euro e ora lo rivende a cinque milioni.

Il giocatore più prezioso della B

Ma Gabriel, che ora è il giocatore più prezioso di tutta la serie B, non si fa problemi di categoria. Del resto è proprio questo il campionato che lo ha lanciato anche come bomber: due anni fa con Coda portarono il Lecce in A segnando trentaquattro reti in due, quattordici erano sue.

“Espeto”, lo chiamano. Spiedo, per via dei suoi capelli, che portava dritti sulla testa, sempre con il gel. Un po’ alla Cristiano Ronaldo, che è il suo idolo. No, non Messi che potrebbe ricordarlo di più. Ma CR7, con cui ha fatto in tempo a scambiarsi la maglia in serie A, dove nel settembre 2019 fece il suo esordio e nel dicembre 2019 segnò il suo primo gol.

E di sogni Gabriel Tadeu Strefezza Rebelato ne ha ancora tanti, glielo si legge nello sguardo. La serie A con il Como, ma anche un altro colorato di azzurro, la Nazionale.

La sua doppia cittadinanza glielo consentirebbe, chissà che proprio il Como non possa essere la strada giusta per arrivarci...

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