Suwarso: «Niente esaltazioni, per me è normale. Gli Hartono felici»

Il presidente Non dobbiamo viaggiare sulle montagne russe delle emozioni. Lo dico per il bene del club. Dobbiamo essere lineari.

Como

Partiamo con un quiz. Sa da quando il Como non batteva la Juve?

«Mmmm... No, con precisione. Ma tanti anni».

Settantatre anni in campionato e 39 dalla vittoria in Coppa Italia.

Porca miseria, davvero tanto tempo. Una giornata speciale. Storica.

Appunto. Lo chiediamo a lei. È stata speciale?

Beh, certo. Speciale. Soprattutto per i giocatori e per il nostro allenatore. Però vorrei anche dire, per me anche normale. Non dobbiamo viaggiare sulle montagne russe delle emozioni. Lo dico per il bene del club. Dobbiamo essere lineari. Puntare all’obiettivo. Essere costanti.

Va bene, ma l’atmosfera?

L’atmosfera è stata bella. Il pubblico ha fatto un gran tifo. Bello avere la gente dalla nostra parte. Poi Wenger, Gattuso, Capello. Però il nostro stadio è sold out praticamente sempre. Dunque la fortuna è che questa atmosfera c’è praticamente sempre.

Ok, ma era la Juve. Quando era in Indonesia, lei non aveva il mito della Juve, dell’Inter o del Milan?

Io sono sempre stato attratto più dal gioco divertente di una squadra che dal nome mitico. Però ok, stiamo parlando di grandi club. Anche se in Indonesia forse ci sono più milanisti.

Per lei era un derby: è transitata una foto con la maglia del Torino..

Ma no, c’è sempre confusione. La verità è che quando abbiamo preso Belotti, mi sono interessato alla storia del Torino e mi ha affascinato molto.

Come è possibile che il Como senza quattro esterni, cioè i giocatori che Fabregas vi ha chiesto per fare una squadra competitiva, sia riuscito a battere la Juve?

Ah, qui sono preparato: merito del nostro allenatore e della coesione dello spogliatoio. A un certo punto ho visto tutto questo in una azione: Caqueret con la palla tra i piedi, Valle che parte in sovrapposizione e Morata che va a fare il terzino. Ecco cosa vuol dire aiutarsi. Ha vinto la compattezza del gruppo. Grande lavoro di ragazzi e di Fabregas. Avete visto Kempf?

Coraggioso.

Quella benda e quella macchia di sangue mi hanno ricordato Terry Butcher e la sua maglia insanguinata in una partita mi pare contro la Svezia .

Allora ci spieghi: come avete fatto ad avere la visione su Cesc? Quando lo avete preso come giocatore, non potevate immaginare che sarebbe stato “questo” tecnico.

A dire il vero, conoscevamo la sua voglia di fare l’allenatore, ma quando è arrivato si parlava di lui in campo. Ci siamo accorti che era un tecnico speciale in un momento preciso: Como-Inter Primavera, lui allenatore. In poco tempo aveva dato una tale impronta di organizzazione di gioco che ci siamo detti: sarà un allenatore speciale.

Visione e fortuna.

Probabilmente tutte e due le cose (ride, ndr).

C’è l’idea che Fabregas possa davvero terminare il ciclo di quattro anni qui?

La nostra cultura dice: inutile spendere energie e preoccupazioni su cose sulle quali non puoi incidere. Rispondo: certo, può succedere. Ma dipende dalle evoluzioni delle cose. Il club nel frattempo, come ho detto, deve lavorare affinché nessuno, a partire da me, Cesc e tutti, sia indispensabile. Creando un sistema. Detto questo Fabregas è speciale, e ci auguriamo resti il più a lungo possibile.

In televisione sono 24 ore che dicono che Nico Paz è il più forte giocatore in Italia....

Davvero? Spero sia vero.

Più bravura e orgoglio di averlo, o responsabilità per essere al suo livello?

Ce lo godiamo.

Andrà via?

Rispondo come per Fabregas. Non dipende da noi. Noi ci concentriamo sulle cose che dipendono da noi. Tipo: averlo affidato a due persone come Cesc Fabregas e Charlie Ludi che sono perfetti per la sua crescita. In più gli abbiamo fatto un adeguamento di contratto perché lo meritava.

Parliamo dell’Australia?

Prego.

La gente non è contenta, parliamo dei tradizionalisti in generale.

Partiamo dal presupposto che non è una nostra decisione ma della Lega e noi sosterremo sempre qualsiasi decisione venga presa dalla Lega. Purché sia possibile per i nostri giocatori farlo. Siamo in contatto con lo staff medico per mettere a punto un programma che sia compatibile con i tempi di recupero.

Come sceglierete i 50 tifosi?

Cercheremo di fare le cose più equamente possibile. Chiederemo consigli ai tifosi stessi sul metodo di assegnazione.

Una sua intervista sul Corriere ha provocato un po’ di agitazione: sull’Europa non necessaria eccetera.

Noi stiamo lavorando affinché il club cominci ad essere economicamente sostenibile. Una proprietà non può perderci sempre. Abbiamo triplicato gli incassi tra un anno e l’altro di A, l’area di retail va molto bene addirittura meglio di quanto sperassimo. Il progetto della linea di moda di Rhude va molto bene. Gli Hartono sono molto contenti di come stanno andando le cose.

Verranno a Perth?

Non lo so.

Novità sullo stadio?

Siamo ancora alle verifiche burocratiche. Comunque tutto procede.

Oggi siamo in Conference.

Sì, ma il campionato non finisce oggi. Ci sono da giocare ancora tante partite. Non è il caso di guardare la classifica.

Giocheremmo a Udine nel caso, in Europa?

Stiamo pensando soluzioni più vicine.

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