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Martedì 25 Febbraio 2025
Una vittoria storica: battuta la capolista di A per la quinta volta
Racconto Al Sinigaglia una domenica speciale come altre in passato. Per i fatti di campo o per altri motivi
Como
Una giornata storica. Per tanti motivi. Di risultato sul campo. Di ambiente scenico. Shakerate con cura, et voilà: ecco un cocktail indimenticabile dal sapore meraviglioso.
Lo abbiamo detto e scritto. Poi, però, ci siamo guardati indietro. Quante di queste giornate abbiamo vissuto al Sinigaglia? La risposta è pericolosissima, e non sta certo solo nei libri si storia. Epperò, quelli possono essere una chiave. Ci sono giornate lontane dai grandi palcoscenici della serie A che hanno un posto nel cuore indelebile. Diceva ieri un tifoso della curva: «E’ stata la mia seconda gioia più grande al Sinigaglia! La prima?La finale playoff con il Livorno». Visto? Terreno scivoloso, complicatissimo fare graduatorie. E allora potremmo cominciare con le categorie. Il calcolo matematico più semplice: i big match in serie A, cioè quando il Como ha affrontato le prime della classe, fossero capolista o lì intorno. Allora giova ricordare (ma, ripetiamo, siamo nella didascalica, dunque un po’ freddina) che questa è stata la quinta vittoria del Como contro una capolista in Serie A. Abbastanza storico dunque.
Ci riuscì ben due volte nel 1950-51, suo secondo anno in A: Como-Juventus 1-0, autorete di Boniforti. E Como-Inter 3-1: sotto su autorete di Travia, poi Pedroni, Ghiandi, Turconi. A fine stagione Como ottavo. Poi ci fu il successo molto più inatteso sulla Juventus 2-0 del 1951-52 (Como penultimo) con gol di Giovetti e Baldini e i giornali che titolavano: «Il jazz del Como supera la sinfonia triste della Juve». Poi bisogna fare un salto di trent’anni. Il giorno in cui il Como, ancora a zero punti dopo due giornate affrontò al Sinigaglia l’Inter (per la prima volta con una maglia gialla, che per colpa del Como andò nella spazzatura per decenni) capolista: vittoria 1-0 con gol di Lombardi. Quel giorno, per chi c’era, è indimenticabile, con uno stadio strapieno, la gioia di aver sgambettato una rivalissima (il gemellaggio, allora, con i tifosi del Milan trasformava la partita in una specie di derby). Questa, dunque, è stata la quinta volta. Poi però, chiuso il libro delle statistiche, c’è quello del cuore. Se è vero che i successi con la Juve (Coppa Italia con la neve) e l’Inter (in campionato) nel 1986, arrivarono con due squadre non al massimo della forza e della competitività, è vero anche che restano due giornate spettacolose. Come la semifinale di Coppa Italia con la Samp del 1986 che va diretta sul podio. Le sfide con l’Inter,certo (la sconfitta 1-2 nel 1988-89 ma anche il pari dell’86-87 con un gol di Invernizzi che fece venire giù lo stadio). Ma se dobbiamo fare un paragone con il clima di esaltazione, passione ed esuberanza popolare, ci vengono in mente altre partite.
Altre
Il Como-Juventus 2-2 del 1975, con la gente appesa alle ringhiere (e il pari per bestemmia) ma soprattutto (corsi e ricorsi) le sfide con il Napoli di Maradona in campo, che se non era capolista, era comunque lì intorno. E poi il pari con il Milan, per la festa scudetto-salvezza del 1988. Ma i ragazzi più giovani non sanno di cosa parliamo, giustamente. Se chiedete loro le emozioni del Sinigaglia, risponderanno Como-Livorno playoff, Como-Modena, Como-Bassano playoff, le partite di Oliveira. Certo è che il Sinigaglia domenica ha vissuto un’altra giornata indimenticabile, nella galleria di quelle storiche. E la sensazione è che altre ne vivrà prima di lasciare posto al nuovo (?!?!) impianto.
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