
(Foto di Cusa)
Riflettori puntati sul Sinigaglia per la prima giornata di serie A
Non succedeva da quarant’anni esatti. Dal 1985 il Como non si presentava per la seconda volta consecutiva all’appello della serie A, non da matricola, ma da squadra che sapeva di poter dire la sua. Quello era il Como di Marchesi, grande squadra. Questo è il Como di Fabregas, che grande potrebbe esserlo ancora di più.
È un inizio di stagione molto diverso da quello dell’anno scorso, non c’è dubbio. E non solo perchè il Como oggi ospita la Lazio nel suo stadio, mentre l’anno scorso per arrivare al Sinigaglia c’è voluto un mese. Stavolta i biancoblù hanno molti più occhi addosso, hanno avversari che li conoscono meglio, hanno una squadra già ben costruita, sono una realtà molto più solida di un anno fa, quando si presentarono in una situazione decisamente più precaria e in evoluzione al cospetto della Juve.
Di simile c’è il grande entusiasmo della tifoseria, quello sì. Che l’anno scorso sin dall’inizio ha sostenuto in massa la squadra di Fabregas e ci ha creduto ciecamente, anche nei momenti più duri. Un elemento che è stato comunque fondamentale almeno tanto quanto il lavoro sul campo, perchè ha consentito al tecnico e ai suoi giocatori di lavorare con serenità sempre.
Perciò è importante che questo clima si mantenga, tenendo ben presenti le parole ribadite anche l’altro giorno da Fabregas, ovvero che da questo Como si può e si deve solo aspettarsi che cresca ancora, passando attraverso le tappe necessarie, fatte non solo e non sempre di successi.
Questo Como-Lazio intanto può già dare la misura dei miglioramenti, se confrontato alla stessa partita dell’anno scorso che finì con una sconfitta pesantissima, anche al di là dei demeriti della squadra. Ma il paragone sarà anche fatto con la partita della settimana scorsa, affrontata non benissimo, vinta con guizzi di classe durati pochi minuti.
Oggi non potrà essere così, perchè di fronte c’è ben altro avversario. E non dovrà essere così, perchè l’esordio è importante per dare l’impronta giusta.
Fabregas ha parlato di emozioni. E ogni inizio di stagione ha sempre un sapore speciale, le farfalle nello stomaco oggi le avrà anche ogni tifoso man mano che la partita si avvicina. Perchè sì, c’è stata la Como Cup, la Coppa Italia, ma il campionato è un’altra cosa, sempre e comunque, in qualsiasi categoria. Figuriamoci in serie A.
Chi andrà in campo oggi avrà anche questo aspetto da affrontare, che abbia tanti anni sulle spalle o la freschezza incosciente della gioventù. Sulle scelte di Fabregas ci sono diverse incognite, tranne quella del modulo, visto che solo sul 4-3-3 si è lavorato, sia pure con variazioni interne nel corso della partita.
C’è il possibile esordio dall’inizio di Morata, che qualche sensazione speciale la proverà in un contesto così apparentemente diverso da quelli a cui è abituato. E il suo impiego è uno dei tanti dubbi. Le scelte a centrocampo potrebbero essere diverse da quelle di una settimana fa, ma lì in mezzo è davvero difficile decidere chi lasciare fuori tra quattro come Paz, Baturina, Da Cunha e Caqueret. Dipenderà più dalla lettura tattica che Cesc vuole dare alla partita. Poi c’è la scelta tra Perrone e Roberto, vedremo.
Qualche dubbio anche sugli esterni d’attacco: è stato recuperato Kuhn prima del previsto, ma bisogna valutare la sua condizione, Addai ha avuto qualche problema in settimana, la convocazione di Diao è rimasta in dubbio fino all’ultimo per un problema a un piede.
Il più certo è sicuramente Rodriguez, e ben venga visti i lampi di classe che ha sfoderato in Coppa Italia. Per la difesa, ballottaggio tra Goldaniga e Ramon al fianco di Kempf, ma anche tra Valle e Moreno sulla sinistra. La curiosità è tanta, l’attesa sta per finire. Via con una nuova avventura, che può portare il Como ai più alti livelli mai raggiunti. Di una cosa comunque siamo certi, ci divertiremo.
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