È partito il dibattito sullo stadio. Mettetevi comodi: sarà acceso

Como Il nodo della questione è semplice: stadio sì o stadio no? Ma tra le due posizioni gli argomenti si spendono e il dibattito è ormai aperto

Ce l’avete un divano, un sacchetto di patatine e un cocktail (analcolico)? Beh, allora mettetevi comodi. Il dibattito sullo stadio Sinigaglia si è acceso, a giudicare dalle lettere che cominciano ad arrivare in redazione, e abbiamo l’impressione che ci sarà da divertirsi. Primi fuochi, antipasto di quello che succederà quando il Como presenterà il progetto al Comune. Lì sarà dato il fuoco alle polveri, il “si salvi chi può”.

I due schieramenti sono armati di argomenti. Da una parte chi difende la simbolica cittadella del razionalismo che «non può essere svenduta a un progetto straniero, commerciale, libero da responsabilità storiche e architettoniche». Dall’altra chi si concentra sull’enormità della chance offerta dalla società indonesiana di sistemare non solo un impianto, ma un’area da anni oggetto di polemiche e immobilismo. Sarà un bello scontro.

Noi (che, certo, non siamo imparziali, visto che scriviamo nelle pagine sport...), vorremmo limitarci a fissare qualche paletto di partenza, qualche regola prima del match. 1. Sentir dire che quella è una zona di pregio fa ridere, visto che da decenni c’è un rudere; 2. Sentir dire che i tifosi sono quattro gatti, urta con il trend che ha già portato quella cifra... a otto gatti, e presto sarà a sedici; 3. Dire che non si può avere una città ostaggio del calcio per 19 domeniche , lo si poteva dire dieci anni fa. Oggi la città fa i conti tutti i giorni con un sovraccarico di densità dovuta alla sua dimensione turistica. Dove sarebbe la novità? O c’è un traffico di serie A e uno di serie B? 4. Dire che dovrebbe essere Como a muoversi, fa sorridere pensando alla Ticosa. Punto. Adesso via al dibattito. E vinca il migliore.

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