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Giovedì 10 Luglio 2025
Fontana jr: «Nonno e papà maestri, sogno di vincere il mondiale»
Motori Matteo, 22 anni, secondo nella classifica del Mondiale Wrc3, rischia di essere il più forte dei tre
Como
E poi arrivò lui. Dopo nonno Luigi Fontana e papà Corrado, il terzo pilota di rally di famiglia. Una storia che non ci si crede. Con un particolare: Matteo, 22 anni, secondo nella classifica del Mondiale Wrc3, rischia di essere il più forte dei tre, o quantomeno quello che farà più strada. Uno che sta facendo esperienza nelle gare della serie iridata con la categoria minore (come quando uno fa la Moto3 nel motomondiale), ma che ha in testa un obiettivo, e soprattutto le capacità per raggiungerlo.
Matteo, qual è il tuo primo ricordo legato alle corse?
Avrò avuto uno o due anni, una gara in Sicilia, forse la Targa Florio, una gara di nonno Luigi, papà che spinge la macchina in parco chiuso, io abbagliato dai colori, dai rumori. Oddio, pare ci sia una mia foto a pochi mesi in una coppa vinta dal nonno, ma non esageriamo.
Facile: con un nonno e un papà così...
Certo, frequentare le corse ha aiutato parecchio. Ma se pensate che mi abbiano trascinato a forza, vi sbagliate. E’ stata una cosa naturale. E poi mamma ha sempre amato vedere le gare di papà, quando si poteva si andava. Anche se mio fratello, ad esempio, non ha preso la stessa passione.
Stai correndo il Mondiale Wrc3, e sei secondo in classifica. Dove vuoi arrivare?
Siamo in corsa per vincere. Un passo alla volta. Il mio obiettivo è ben definito: vincere il Mondiale Rally, quello assoluto. Per questo già oggi posso definirmi un professionista, dedico tutti i miei sforzi a questo mondo.
Beh, dunque potresti diventare il Fontana più importante...
Per me i Fontana più importanti sono e resteranno sempre papà e nonno. Poi, certo, se faccio il mondiale, sarebbe tanta roba.
Come Del Zoppo...
Gianni... un amico di famiglia. Ne parliamo, ogni tanto.
E a casa parlate spesso di rally?
No, non è un’ossessione.
Si vabbeh, ma quando siete sul campo di gara, papà ti darà dei consigli...
Papà tende a stare in disparte, è un pilota e ha la delicatezza di lasciarmi fare. Poi, ovvio, in qualche situazione, magari dice la sua, ma con circospezione. A meno che capiti di essere in gara assieme.
E’ capitato?
Sì, raramente, al Como. In quel caso ci scambiamo informazioni sullo stato della pista. Siamo stati in gara anche tutti e tre.
Hai un coach importante come l’ex grande pilota Paolo Andreucci.
Un amico di famiglia. Un mago. Uno che ha fatto la storia del rallismo italiano. Anche per questo papà sta in disparte, rispetta i ruoli.
Chi è più forte tra te, papà e nonno?
Io sono più forte sulla terra. Guidare sulla terra mi piace proprio, per questo partecipo anche all’italiano terra. Per fare esperienza, visto che nel Mondiale si guida anche su quel fondo. Ma sull’asfalto papà e nonno sono fortissimi e qualcosa da loro devo ancora imparare.
Rally preferiti?
Cile, Portogallo, Grecia.
Tuo papà con il rally di Como ha una storia d’amore particolare, con dieci vittorie. Impossibile capiti anche a te?
Perché no? Certo, dovessi fare il Mondiale della massima categoria, sarebbe magari difficile correrlo sempre, ma appena potrò, ci sarò. Anzi, ho un obiettivo: fare il miglior tempo sulla ValCavargna lunga.
Come si fa ad arrivare al Mondiale per l’assoluto.
Ora faccio tutto il Wrc3, in due anni spero di sbarcare nel Wrc2. E lì poi te la giochi: se sarò veloce e competitivo, proverò a meritarmi uno dei sedioli delle squadre ufficiali.
Il tuo navigatore, Alessandro Arnaboldi, è il tuo migliore amico.
Ci siamo conosciuti ai tempi della scuola. Abbiamo la stessa passione.
Sei fidanzato?
Sì, con Eleonora. Anche lei appassionata.
Non ha paura?
No. Se sei appassionato non ci pensi.
La tua prima corsa?
Nel 2021 il Rally dei Poeti in Liguria.
Ne hai fatta di strada.
Ma ne voglio fare ancora tanta
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