Panda Raid, che avventura. Ambrosoli e Guggiari all’arrivo

Motori La gara dal deserto del Marocco fino al traguardo sull’Atlantico. «Davvero una splendida esperienza. Ma non è stata una passeggiata»

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Sono partiti sotto la pioggia da Naima, hanno attraversato a tappe il deserto del Marocco fino alle verdi valli dell’Atlante, arrivando al traguardo sull’Atlantico sotto il sole della spiaggia di Mehdia.

Lungo i 1.954 km, di cui 924 km su pista, i 380 partecipanti al Panda Raid 2025, gara di regolarità senza Gps, con solo la bussola e il roadbook, hanno visto paesaggi straordinari e vissuto emozioni indescrivibili.

Tra i partecipanti anche i comaschi Enrico Guggiari con il suo navigatore Riccardo Califano e Luca Ambosoli con Giorgio Molinaro alle note, tutti alla prima esperienza nei rispettivi ruoli, in questo tipo di gare.

«Al traguardo tra gli applausi»

Le loro Panda d’epoca, 4 cilindri 1.200 cc da circa 80 cavalli e trazione integrale sulle quattro ruote, non li hanno mai lasciati a piedi, consentendo ai due equipaggi di arrivare alla bandiera a scacchi: Ambrosoli-Molinaro 34esimi, Guggiari-Califano 94esimi. E pensare che Enrico Guggiari a metà percorso era arrivato 19° in classifica generale, ma poi ha pagato qualche penalità di troppo, conservando comunque un posto più che onorevole, considerato il numero dei concorrenti.

«L’ultima prova speciale è stata la più tosta - racconta - ed anche la più divertente. Velocità molto elevate nella sabbia del fiume e navigazione impegnativa. Purtroppo avevamo due davanti che si muovevano lentamente in un tratto dove era impossibile sorpassare, ma alla fine siamo arrivati dopo esserci insabbiati sulla spiaggia a 50 metri dall’arrivo. Siamo stati prontamente trainati e abbiamo tagliato il traguardo tra gli applausi degli spettatori».

Soddisfatto dunque? «Un risultato mediocre (in carriera Guggiari è sempre stato abituato a ben altro, nda) ma un’ottima esperienza per capire come funzionano le gare nel deserto. Il tracciato è disegnato tra i luoghi più belli del Marocco con passaggi di media difficoltà. Le Panda hanno tenuto bene gli sforzi per passare le dune e strade accidentate. L’organizzazione si è dimostrata all’altezza di gestire 380 auto con 760 persone coinvolte, piloti e navigatori. Il club Pandari con suoi 16 equipaggi ha dato supporto fondamentale per le assistenze meccaniche è logistiche. In sintesi una splendida esperienza bilanciata tra impegno sportivo, bellezze naturali e divertenti momenti di convivialità. Da rifare».

«In auto otto ore al giorno»

Felicissimo di come è andata anche Luca Ambrosoli. «Non è stata certo una passeggiata - assicura -, ma una gara dura e impegnativa, tra sabbia, sassi e fango nei primi giorni con la pioggia. In macchina otto ore al giorno e una media di 350 chilometri di prove cronometrate e anche di velocità. Le Panda hanno retto benissimo e non so se quelle moderne avrebbero fatto altrettanto».

«Sono molto soddisfatto di questa esperienza positiva, che mi piacerebbe ripetere» la chiosa.

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