Tomàs a 13 va in Spagna per inseguire il sogno MotoGp

Motori Come lo scorso anno andrà ad Alicante per cinque mesi in inverno per allenarsi. Lo segue la mamma

Como

Hai voglia a dire: “sogno la moto gp”. Se sogni e basta, dove vuoi andare? Sognare e agire, fare, dire, lettera, sbattimento. E’ inverno e i motori tacciono, ma invece paradossalmente è il momento più adatto a scoprire storie di sognatori, che assieme ai sogni, accompagnano sacrifici e lotta. La storia di Tomàs (attenzione, accento sulla a: importante) Turetta di Cassina Rizzardi, 13 anni, giovanissimo pilota di motociclismo, quest’anno secondo in Esbk, campionato lanciatalenti in Spagna. Il prossimo anno salirà di categoria, andrà in Talent (la Pre Moto3).

Ma non è lì che vogliamo arrivare, i nomi delle formule propedeutiche interessano solo agli appassionati più stretti, invece qui c’è da raccontare una storia umana, una storia di famiglia. Quella di papà Marco e mamma Benedetta.

Segni particolari: non appassionati di motociclismo. Sì, ok, lui vedeva le gare in tv come molti di noi, ma la sua passione era il calcio, centravanti, sino alle giovanili dell’Inter. Poi stop. Ok, lei ha avuto una Ducati Monster da giovane, per divertimento. Stop. E allora? Spesso i bambini sono forzati a prendere una strada, diventano emanazione de sogni dei genitori, più spesso il babbo. Qui no. Parcheggio del supermercato Carrefour di Lucino, anno 2015, papà Marco che si ferma a vedere delle minimoto che girano lì, una domenica mattina. C’è anche la famiglia Ceramella, quella della scuola di Grandate, che allora faceva lezioni su quello spiazzo. “Vuoi provare bimbo?”. Ok. Tuta e casco. Parte, arriva. «Scusi – fa l’istruttore al papà –, ma è sicuro che non ci era mai salito prima?». Stupefacente.

Iniziò così. Poi alla scuola dei Ceramella a Grandate, quando c’era il papà di Jorge Lorenzo, Chico. Selezionato tra trenta bambini. Solo un problema: gli telefonavano a casa che Tomàs si era addormentato in moto mentre faceva i tondi, povera stella.

Le prime gare, i primi successi, la chiamata nei Talenti Azzurri. Finché per caso si imbattono in Javi Acuna, famoso maestro istruttore spagnolo, quello che ha fatto crescere tanti campioni tra cui Pedro Acosta. Viaggio ad Alicante, Acuna dice “ok, questo ragazzo ha una capacità di adattamento incredibile. Lavoriamoci sopra”. Risultato: la settimana prossima per il secondo anno consecutivo, mamma Benedetta partirà con Tomàs per vivere cinque mesi ad Alicante, dove si allenerà con Acuna e altri piloti già famosi del mondiale (Holgado, Piqueras). Papà resta a casa a lavorare, ma li raggiungerà per Natale e altri weekend. Vita da monaco: ore 7 sveglia, ore lezioni a distanza con la sua scuola l’istituto Santa Chiara di Albate, ore 13 pranzo, ore 14-17 in pista ore 18.20 studio ore 21 cena, ore 22 a letto. Così per cinque mesi.

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