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Domenica 16 Novembre 2025
«Stadio a Como? Stanno rivedendo l’intera operazione»
Il tecnico Cosenza: «Richieste modifiche modeste. Più probabile che pesino concessione e autosilo»
Tempi più lunghi del previsto, piani finanziari e progettuali ancora da rivedere e lo stadio che non è identificato come il cuore dei ricavi per la proprietà del Como 1907.
A dirlo, nell’intervista a Sky, il presidente Mirwan Suwarso che testualmente ha dichiarato a proposito del maxi progetto di riqualificazione totale del Sinigaglia: «Stiamo ancora discutendo. Dobbiamo adeguarci alle raccomandazioni della Soprintendenza e rivedere i piani finanziari. Ma onestamente sta richiedendo molto tempo. In ogni caso, non è sullo stadio che prevediamo di ottenere i maggiori ricavi. La nostra priorità ora è la crescita del marchio: il retail, il merchandising. Como è una città piccola, 85.000 abitanti, e lo stadio sarà da 15-17.000 posti. Quindi dobbiamo guardare all’estero. E già ora circa il 40% delle vendite retail proviene dall’estero. Vogliamo far crescere ancora questa percentuale».
Modifica parziale
Parole che hanno suscitato la sorpresa dell’architetto Giuseppe Cosenza, già dirigente a Palazzo Cernezzi e firmatario della variante al Pgt, nonché consulente della cosiddetta “legge sugli stadi” soprattutto sullo stato in cui si trova l’iter autorizzativo. «Non c’è dubbio – spiega il tecnico - che debbano adeguare sia l’ipotesi progettuale che il piano finanziario in base alle nuove indicazioni arrivate dalla Soprintendenza e mi pare un punto chiaro di partenza, che sta dicendo anche il presidente Suwarso. Tenendo conto che il parere della Soprintendenza propone una modifica parziale in quanto comporta la riduzione di mille posti mentre restano immutate le funzioni turistico-commerciali nella loro quantificazione originaria, mi risulta sorprendente che ci voglia tutto questo tempo. Sono ormai passati quasi quattro mesi dal parere della Soprintendenza in conferenza dei servizi». Cosenza sottolinea come, in questa fase, non si tratti «di un progetto di dettaglio, ma di proposta progettuale con modifiche non così rilevanti da richiedere tanto tempo» e, di conseguenza, si chiede «di cosa stiano discutendo».
Due gli spunti che offre l’ex dirigente di Comune e Provincia: «I temi che richiedono approfondimenti, ma che esulano dal progetto in se stesso, a mio avviso potrebbero riguardare la durata della concessione sulla quale la società di consulenza esterna aveva chiesto una forte riduzione temporale e quindi la proprietà del Como 1907 potrebbe avere qualche perplessità». Non solo. «Una riflessione – prosegue l’esperto – potrebbe riguardare anche se ci sarà o meno l’autosilo al posto della scuola “Corridoni” (sulla chiusura sono già stati annunciati ricorsi al Tar oltre alle proteste dei genitori e delle opposizioni che non accennano a diminuire, ndr) atteso che, per le attività commerciali previste all’interno dello stadio, risulta fondamentale avere il parcheggio in zona contigua all’intervento rispetto a un autosilo a centinaia di metri di distanza (al Pulesin, come previsto nel progetto, ndr). A tale proposito ritengo un forte errore la previsione dell’autosilo sia perché comporta la chiusura della scuola sia dal punto di vista trasportistico non essendo un luogo adatto».
E l’architetto spazza via anche possibili responsabilità delle procedure: «Si parla tanto della burocrazia, ma non mi sembra che la Conferenza dei servizi sia durata a lungo. Quando si ha un ok di massima della Soprintendenza e ci si mettono quattro mesi per modificare una proposta progettuale in base a richieste non significative rispetto a quella iniziale viene da pensare che il Como 1907 stia riflettendo sull’operazione nel suo complesso, a maggior ragione tenendo conto che lo stesso presidente Suwarso dichiara che lo stadio non è il loro business principale».
Fase iniziale dell’iter
L’iter è ancora alle fasi iniziali. Dopo la chiusura della Conferenza dei servizi la società aveva parlato di una fase di ascolto della città a cui dovrebbe seguire, da parte della giunta, la dichiarazione del pubblico interesse. Si entrerà quindi nella fase della progettazione definitiva per arrivare alla seconda Conferenza dei servizi, questa volta decisoria. Poi toccherà a concessione, progettazione esecutiva e via ai cantieri. Le stime parlavano del maggio del 2026 per la conclusione dell’iter progettuale, ma già il sindaco aveva spostato il termine a prima della fine del mandato.
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